Omicidio Sacchi, l’auto di Anastasiya serviva per trasportare la droga. Del Grosso: “Voglio dire tutto”
Emergono nuovi elementi nell'ambito delle indagini sulla tragica morte di Luca Sacchi
Omicidio Sacchi, l’auto di Anastasiya serviva per trasportare la droga. Del Grosso: “Voglio dire tutto”
Emergono nuovi elementi nell’ambito delle indagini sulla tragica morte di Luca Sacchi, il 24enne romano ucciso con un colpo di pistola di fronte a un pub a Roma la sera del 23 ottobre scorso. Solo ieri, dopo che gli investigatori hanno sequestrato il cellulare di Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata della vittima, si era diffusa la notizia che la 25enne ucraina avesse una relazione con Giovanni Princi, l’amico di Luca finito in manette con l’accusa di spaccio che la sera della tragedia era presente al pub del quartiere Appio Latino.
Ad oggi la posizione della giovane babysitter ormai sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di firma tre volte alla settimana si è ulteriormente aggravata, dopo che i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno posto sotto sequestro anche la sua auto, una Citroen C1 gialla. Lo scopo degli inquirenti è quello di raccogliere ulteriori elementi prima dell’interrogatorio di mercoledì 4 dicembre ed è così parso evidente – dopo che anche i legali della famiglia Sacchi avevano ritenuto sospetto il comportamento del Princi che, mentre Luca era in ospedale in fin di vita, era uscito a spostare la macchina di Anastasiya regolarmente parcheggiata – che la Citroen della ragazza doveva trasportare la partita di droga acquistata proprio con quei 70mila euro contenuti nel suo zainetto.
Il piano, secondo gli inquirenti, prima che Valerio Del Grosso e Paolo Pirino mettessero a segno la rapina che è costata la vita a Luca, doveva essere questo: Anastasiya avrebbe dovuto prendere i 15kg di marijuana e usare la sua Citroen per trasportarli insieme a Princi. “Non si può affermare con certezza la provenienza dei soldi ma di certo gli acquirenti avrebbero dovuto trasportare le balle di droga con l’auto della Kylemnyk”, è infatti stata la conclusione del pubblico ministero Nadia Plastina.
Nel frattempo è stata ispezionata anche la macchina di Paolo Pirino – in carcere insieme all’amico che ha premuto il grilletto contro il Sacchi, Valerio Del Grosso – e nella sua Smart ForFour sono stati trovati 31 grammi di cocaina nascosti nel passaruota anteriore destro, già divisi in bustine di plastica.
Valerio Del Grosso, a Regina Coeli con il “collega” Pirino da più di 40 giorni, ha invece deciso di parlare dopo un primo interrogatorio in cui non aveva aperto bocca, avvalendosi della facoltà di non rispondere. D’altronde ad oggi sono finiti dietro le sbarre anche Marcello De Propris, che ha fornito a Del Grosso l’arma del delitto e che doveva consegnare i 15kg di droga, e Giovanni Princi.
Lo ascolteranno nel corso della giornata di oggi, assistito dal suo avvocato Alessandro Marcucci, il gip Costantino De Robbio e la pm Nadia Plastina. I nodi da sciogliere, d’altronde, sono ancora moltissimi: innanzitutto dove sono finiti i 70mila euro della trattativa e l’arma da cui è partito il colpo che ha ucciso Luca Sacchi. In secondo luogo, chi è l’uomo che Del Grosso ha incontrato in un Burger King di Tor Sapienza il giorno dopo l’omicidio di Luca?
Pirino, invece, dal canto suo dovrà spiegare agli inquirenti da dove proviene quella cocaina trovata nella Smart e chi gliela ha fornita, visto che il ragazzo ha provveduto a sostituire la vettura presa a noleggio il mattino seguente l’omicidio, con una identica.