“L’omicidio di Lecce è la vendetta di un narciso. Antonio De Marco si è sentito escluso”
Bruzzone: “Antonio De Marco punito De Santis e Eleonora per averlo allontanato”
“Siamo davanti a una personalità disturbata, di tipo narcisistico, probabilmente borderline. Credo che il giovane abbia trasformato la decisione di De Santis di riprendersi l’abitazione per vivere con la compagna in una sorta di abbandono. Non si credeva parte della coppia, ma della situazione. Vivere con De Santis, stimato in città, lo gratificava. Il mancato rinnovo dell’affitto lo ha fatto sentire escluso, umiliato”. In un’intervista a Leggo la criminologa Roberta Bruzzone commenta il duplice omicidio di Lecce commesso da Antonio De Marco, lo studente universitario di 21 anni ex coinquilino del giovane arbitro Daniele De Santis.
“Era vendicativo, lo dimostra anche quel messaggio su Facebook. Voleva punire i due fidanzati per far capire che era importante e che non potevano liberarsi così di lui. Le previste torture lo facevano sentire gratificato”, continua Bruzzone. E sul pericolo crescente dell’eccessivo uso dei social network, la criminologa dice: “I social possono far credere che ci siano rapporti anche dove non ci sono. Soggetti disturbati possono pensare di essere amici di qualcuno, magari per un messaggio. Lo sto sperimentando su di me, come personaggio pubblico. Le personalità più fragili possono non elaborare frustrazioni per presunte ma inesistenti relazioni e arrivare ad adottare comportamenti autodistruttivi o, come in questo caso, eterodistruttivi”.