Omicidio Giulia Cecchettin, verifiche sulla chiamata al 112: “C’erano altri interventi in corso”
Omicidio Giulia Cecchettin, verifiche sulla chiamata al 112
Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Giulia Cecchettin e il mancato intervento da parte dei carabinieri dopo la segnalazione di un testimone che, la sera dell’11 novembre, chiamò il 112 per denunciare un’aggressione.
Sono circa le 23,20 quando un residente di via Aldo Moro, a Vigonovo, chiama i carabinieri raccontando di aver sentito una voce femminile urlare “così mi fai male” e chiedere aiuto. L’uomo vede un individuo calciare con violenza contro una sagoma che si trova a terra, per poi scorgere una Fiat Grande Punto fuggire via senza riuscire a leggere il numero di targa.
La macchina è quella di Filippo Turetta, che alle 23,40, circa venti minuti dopo, si ferma nella zona industriale di Fossò dove avviene la seconda aggressione ai danni di Giulia.
Ma perché nessuno è intervenuto? Secondo fonti dei carabinieri interpellate da La Repubblica, quella sera “c’erano altri interventi in atto da parte delle pattuglie”. Inoltre, la segnalazione del testimone era incompleta dal momento che quest’ultimo non era riuscito a scorgere il numero di targa dell’auto.
La registrazione della telefonata, comunque, verrà acquisita dalla procura di Venezia ai fini dell’indagine, mentre è stata smentita l’apertura di un fascicolo in merito alla chiamata e al mancato intervento.