Omicidio Giulia Cecchettin, la difesa di Filippo Turetta: “L’ergastolo è inumano, il delitto non fu premeditato”
Omicidio Giulia Cecchettin, la difesa di Filippo Turetta
Dopo la richiesta dell’ergastolo per Filippo Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, oggi, in aula, è stato il turno della difesa dell’imputato.
Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato premeditazione, crudeltà, efferatezza, di sequestro di persona, di occultamento di cadavere e di stalking con il pm Andrea Petroni che ieri, lunedì 25 novembre, davanti alla Corte d’Assise di Venezia, ha parlato di “premeditazione certa”.
“Nell’interrogatorio del primo dicembre 2023 e nell’esame dell’imputato in aula lo scorso 25 ottobre, ho avuto la spiacevole sensazione di essere stato preso in giro” ha dichiarato il pm.
Di diverso avviso Giovanni Caruso, legale di Turetta, che ha dichiarato: “Oggi ho un compito non facile: assistere, difendere un imputato reo confesso di un omicidio efferato, gravissimo e altri reati satellite. Assisto un giovane ragazzo che ha ucciso una giovane ragazza privandola della vita, dei ricordi, dei sogni, delle speranze, dei progetti e la priva di tutti i legami che la univano alle persone che l’amavano e aveva riposto in lei aspettative di un futuro radioso”.
“L’ergastolo è da molto tempo ritenuto una pena inumana e degradante, le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. L’ergastolo è il tributo che lo stato di diritto paga alla pena vendicativa” ha aggiunto l’avvocato.
Poi, il legale ha spiegato perché a suo avviso non c’era premeditazione: “Se c’è uno che non sa premeditare alcunché e Filippo Turetta. Non me ne voglia Filippo ma, a meno che non sia il più consumatore degli attori, è insicuro: è insicuro di fare gli esami, non sa se riprendere a giocare a pallavolo, non sa se Giulia è ancora innamorata di lui”.
“Davvero credete che voglia evitare l’ergastolo? Dico una cosa un po’ triste, ma l’unico ambiente in cui Filippo Turetta può incrociare umanità ed essere considerato un essere umano sono i compagni di cella perché vivono di una umanità compromessa. La società non è pronta oggi per ospitare Filippo Turetta, questa è la realtà ed è giusto così: la pena significa tempo e lui è consapevole che gran parte della sua vita la trascorrerà in carcere” ha aggiunto il legale.