“È stato strangolato perché ha interrotto un rapporto sessuale dei genitori”: la terribile verità sull’omicidio del piccolo Gabriel
Dopo diversi tentativi di depistaggio, la verità sulla morte del piccolo Gabriel Faroleto è venuta a galla. Il bambino di soli due anni morto mercoledì 17 aprile a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, “è stato strangolato perché ha interrotto un rapporto sessuale dei genitori”.
La terribile rivelazione emerge proprio dagli atti d’indagine sull’omicidio del bambino, strangolato da sua madre, Donatella Di Bona, già da giorni portata nella sezione femminile del carcere di Rebibbia, a Roma. La mattina del 20 aprile è stato arrestato anche il padre di Gabriel, Nicola Faroleto, per concorso in omicidio, visto che l’uomo ha assistito allo strangolamento del piccolo da parte di sua madre senza però intervenire per salvarlo.
Dopo aver strangolato suo figlio la donna aveva tentato di inscenare un finto investimento: “Mi hanno investito con mio figlio in braccio”, aveva raccontato a familiari ed inquirenti. Quella versione, però, era parsa subito sospetta ai Carabinieri, in quanto non c’era nessun segno che provasse l’incidente. Quando la donna è stata portata sul luogo del presunto investimento da parte di un’auto pirata, infatti, la versione della donna era cambiata.
A seguito delle insistenti domande degli inquirenti, la madre di Gabriel ha poi confessato di aver strangolato il piccolo, chiudendogli con una mano la bocca e stringendogli il collo con l’altra. Solo a seguito di ulteriori interrogatori, sia a Donatella che all’amante della donna e padre del piccolo ucciso, sono venuti fuori dettagli ancora più raccapriccianti.
Sul Mattino le parole che la donna ha riferito a sua madre, confessandogli l’orrore appena commesso: “Abbiamo fatto un guaio. Io e Nicola abbiamo ammazzato Gabriel, lo abbiamo soffocato. Non dire niente che stava pure Nicola. Non dire che lo ha ucciso pure lui. Perchè è capace di ucciderci o di appaiarci”.
Il momento di follia sarebbe scattato a seguito del disturbo che il pianto del bambino provocava alla coppia, impegnata in effusioni amorose.