L’omaggio dei Vigili del Fuoco al collega morto di Coronavirus: il video da brividi
“Ciao Giorgio, il Covid-19 non ha vinto. Il tuo ricordo sta tutto dentro il suono delle sirene dei nostri camion rossi, che non gridano addio ma arrivederci”.
È il saluto, straziante, dei Vigili del Fuoco a un collega morto per il Coronavirus.
Da settimane, i pompieri denunciano una situazione insostenibile. “Nessun tampone, nessuna dotazione specifica per evitare contagi interni, ma una autocertificazione da firmare per proseguire il lavoro, come se nulla fosse: ‘Ma se ci ammaliamo noi è finita’”.
“In questo momento, con meno persone in giro, c’è sicuramente meno lavoro ma noi usciamo comunque tutti i giorni per aprire case, recuperare qualche cittadino, e mettere in sicurezza aree siamo sempre a contatto con persone, ma non abbiamo mai ricevuto una dotazione specifica per il Covid-19, usiamo le nostre per i gas”. Un particolare che però non può far rimaner tranquilli: “Il problema è anche la vicinanza inevitabile tra colleghi nelle caserme come nei mezzi, e li non abbiamo protezione di sorta”.
Una situazione che mette a rischio uno dei servizi fondamentali della nostra società: “Ognuno di noi è a rischio contagio, come tutti i cittadini, ma se ci ammaliamo noi è finita – ci spiegano – ed è per questo che riteniamo sia grave che non ci siano stati fatti i tamponi, oggi nessuno di noi sa se sta mettendo a rischio il collega o le persone che soccorre”.
Il sindacato di base si è mosso in queste ore per denunciare la situazione, inviando una lettera di diffida ai dirigenti, responsabili secondo le maestranze di aver lasciato “i lavoratori nella completa mancanza di tutela preventiva che incide direttamente sul contesto lavorativo e viola le disposizione di cui ai DPCM, emanato per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 devono essere disposte specifiche misure anche all’interno delle nostre strutture operative”.
In particolare il punto di rottura sarebbe la richiesta di firmare di una autocertificazione che attesta lo stato di salute del singolo pompiere: “Noi non firmiamo, risultando impossibile procedere a dichiarazioni accertanti un fattore presunto e non oggettivo comprovabile in modo specifico”.
Ma prima di Giorgio, purtroppo, ci sono stati altri caduti. Il bilancio che Costantino Saporito sindacalista Usb racconta a TPI è di 2 morti, 476 unità in isolamento domiciliare per sorveglianza preventiva, 125 unità positive al Covid-19, di cui 18 ricoverati, 7 in terapia intensiva e 100 in isolamento domiciliare.
Intanto gli orari di lavoro si allungano “fino a 24 ore” racconta Costantino Saporito, mentre le “scorte di protezioni non sono mai arrivate. Le uniche a disposizione sono quelle da usare in casi conclamati di positività al virus”. La richiesta, oltre al ricevere i dispositivi, è anche quella di “essere equiparati agli operatori sanitari che lavorano in ambienti ad alto rischio di contagi perché il nostro lavoro ci impone di stare a contatto molto ravvicinato con le persone”.
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