Fanno sparire cinque tir carichi di vasetti di Nutella, quattro persone bloccate
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La Ferrero è stata truffata da una società fasulla perdendo 500mila euro
“Nocciola amara” è il nome dell’operazione – data dalle forze dell’ordine – che ha visto coinvolti la società Fazenda srl e la Ferrero. La multinazionale dolciaria, infatti, è stata vittima di una truffa in cui ha perso 500mila euro a causa della sparizione di ben cinque tir con a bordo i vasetti di Nutella. Ma nel dicembre 2018 i carabinieri di Bologna sono riusciti a catturare la banda – che era a capo della suddetta società – alla quale l’azienda di Alba aveva spedito il carico di crema alla nocciola spalmabile. Le persone coinvolte sono indagate per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e per concorso in truffa aggravata.
La vicenda
La storia risale 2016. In quell’anno quattro persone avevano avviato la Fazenda srl, società fondata a Savona ma con sede a Bologna – il deposito si trova in periferia e precisamente in via Francesco Zanardi. Poco dopo gli imprenditori – che fingevano di avere un bilancio in attivo da tre milioni di euro – si erano messi in contatto con la Ferrero e il primo ordine di Nutella, dal valore di 100mila euro, era andato a buon fine: lo avevano pagato.
Da lì in poi è stato avviato il piano. Il secondo ordine – quello di 500mila euro – è stato regolarmente consegnato, ma gli assegni emessi dalla Fazenda per pagare le fatture erano scoperti. La Ferrero lo scoprirà solo in seguito, dopo una serie di telefonate senza risposta.
I carabinieri, dunque, una volta ricevuta la denuncia da parte dell’azienda piemontese – e sotto la guida del magistrato Gabriella Tavano – sono riusciti a rintracciare una componente della banda. Una donna, di 34 anni e di Napoli, a cui era intestata la società fasulla. Per lei il giudice Alberto Gamberini ha ordinato l’obbligo di dimora.
Con lei, altre tre persone. Tre uomini – Antonio Annunziata e Ferdinando Faravolo, rispettivamente di 33 e 41 anni, entrambi di Napoli, e Giosuè Guglielmi, padovano di 47 anni – che sono finiti agli arresti domiciliari.
La merce, comunque, non è stata rintracciata. È probabile che sia stata rivenduta dopo essere stata caricata in altri camion in uso dalla società, e per i quali la Fazenda aveva accumulato un debito di 8mila euro in carburante con un benzinaio, anche lui truffato.