Dpcm in arrivo: nuova stretta del governo. Da lunedì mezza Italia diventa arancione
Sono attesi per oggi i dati del monitoraggio dell’Iss e della cabina di regia che porteranno il ministro della Salute Roberto Speranza a firmare un’ordinanza che sposterà alcune Regioni italiane in fascia arancione o in fascia rossa a partire da lunedì. Complice l’abbassamento della soglia di Rt prevista per le fasce di rischio (con un indice pari a 1 si entra in fascia arancione, con Rt pari a 1,25 in fascia rossa) sono diverse le Regioni italiane a rischiare misure più restrittive, come ad esempio Emilia Romagna e Lazio.
Nei prossimi giorni inoltre il governo si confronterà con gli esperti del Cts per mettere a punto il nuovo Dpcm, che entrerà in vigore il 16 gennaio. Secondo quanto anticipato in un articolo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, la linea “sarà comunque di mantenere la stretta“, prorogando una serie di misure per evitare la terza ondata del virus. Ma vediamo prima quali Regioni rischiano di diventare arancioni a partire da lunedì.
Le Regioni che rischiano di diventare arancioni o rosse
I dati degli ultimi giorni confermano una risalita della curva epidemiologica, dunque dal monitoraggio si attendono numeri sicuramente peggiori rispetto a quelli di sette giorni fa. Rischiano la zona arancione a causa del loro livello di Rt, già superiore a 1 la scorsa settimana, la Calabria (1.09), Liguria (1.07) e Veneto (1.07). A rischio anche Basilicata (1.09), Lombardia (1) e Puglia (1). In Emilia Romagna, l’ordinanza viene data per certa: “Viaggiamo con un Rt medio di 1.05 e siamo ipoteticamente in fascia arancione”, ha spiegato l’assessore alla Sanità regionale Raffaele Donini.
Il Lazio, che ha un indice di trasmissione di poco sotto l’1, diventerà arancione in caso si verifichi un effettivo peggioramento dei dati questa settimana. Rischiano anche il Friuli Venezia Giulia e le Marche, che sfioravano l’Rt 1 e la Sardegna, che aveva un Rt a 0.78 ma era classificata a rischio non valutabile.
La Sicilia potrebbe passare invece direttamente da gialla a rossa dopo che i tecnici regionali, sulla base dell’alto tasso dei contagi, hanno suggerito un provvedimento simile della durata di 3 settimane al presidente Nello Musumeci. “Al vaglio del governo Musumeci”, si legge in una nota della Presidenza della Regione, “ci sono misure restrittive che si rendono necessarie in considerazione dell’ andamento del contagio sul territorio siciliano”.
Le anticipazioni sul nuovo Dpcm
Il Dpcm che entrerà in vigore a metà gennaio è ancora in via di definizione, ma visto l’innalzamento della curva è difficile ci siano allentamenti. Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, insiste a chiedere “un lockdown minimale di due mesi, parola che terrorizza i politici, ma che viene attuato in Germania e Gran Bretagna”. Il governo per il momento lo esclude, ma sembra scontata la proroga di una serie di misure già in vigore.
Tra queste, il limite agli spostamenti tra Regioni, che resterà in vigore fino al 31 gennaio. Sarà confermato anche il coprifuoco alle 22 e la chiusura alle 18 dei bar e ristoranti nelle zona gialle. Non è ancora stato deciso se rimarrà o meno la deroga per la visita a parenti e amici mentre dovrebbero rimanere ancora chiuse palestre, piscine, cinema e teatri.
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