Novara, non vogliono più la figlia avuta da madre surrogata. Il padre rischia il carcere
Dopo due anni e mezzo la procura novarese conclude le indagini in merito all’inchiesta sul caso della bambina nata da madre surrogata in Ucraina da una coppia che poi ha deciso di non volerla più: ora soltanto il padre biologico della piccola, volato a Kiev per donare il suo seme, verrà rinviato a giudizio.
I fatti risalgono al novembre del 2021, quando, dopo il parto, una coppia di 30enni residenti a Novara, decide di non volere più la bambina nata da maternità surrogata e decide di lasciarla alle cure di una tata nella capitale ucraina. Dopo due anni di indagini, ora inizierà il processo, fissato a maggio 2023, e l’accusa per l’uomo è quella di aver abbandonato un minore: la pena prevede dai sei mesi ai cinque anni di reclusione.
Sulla questione si è espressa anche la giudice Maria Amoruso: l’accusa per l’uomo è quella di aver abbandonato un minore all’estero. Il reato, però, non farebbe riferimento al fatto che la bambina sia stata lasciata dai genitori in Ucraina, dato che questi l’hanno affidata alle cure di una tata, fornendo il supporto economico necessario.
L’illecito, piuttosto, sarebbe quello di aver dato alla luce una bambina per poi decidere di non volerla più, oltre ad aver messo loro stessi in discussione il legame di parentela che li univa alla figlia appena nata. La compagna dell’indagato, invece, è stata prosciolta, dato che secondo il magistrato ci sarebbero abbastanza elementi per imputare solamente il padre, il quale aveva deciso di effettuare anche un test di paternità per accertare il legame biologico con la bambina.
Importante qui ricordare che, a differenza dell’Italia, avere un figlio o una figlia da madre surrogata è del tutto legale in Ucraina, ma alla condizione che uno dei genitori sia quello biologico (da qui la donazione del seme da parte dell’uomo).