“Non riesco a smettere di drogarmi ma sogno di non farlo più”, il racconto della ragazza indagata per lo stupro di Capodanno a Roma
Vorrebbe smetterla di drogarsi, ma non riesce. Intorno a lei vede “tutti che si fanno” e le “viene voglia”. A raccontarlo a Repubblica è una delle ragazze che faceva parte del gruppo delle parioline al party di Capodanno organizzato a Primavalle, a Roma, dove è stata violentata da cinque ragazzi una ragazza di 16 anni, figlia di un diplomatico.
La giovane intervistata è indagata per quella notte dell’ultimo dell’anno che ha visto al centro droghe e violenze. La ragazza assume regolarmente Md, chetamina e coca. Di quel 31 dicembre a Primavalle ricorda l’amica dentro a un bagno e poi più nulla: “Le ho chiesto se era tutto a posto e lei mi ha detto di sì. Un’altra volta sono andata a vomitare e l’ho vista con un ragazzo fare sesso. Poi ho un vuoto perché stavo troppo male”, ha raccontato a Repubblica. Oggi non sente più quella ragazza, non le ha più risposto al telefono. Ha detto di essere dispiaciuta per lei. Ha raccontato di non frequentare nemmeno più la giovane che ha portato la droga quella sera, “la pugile”. Continua a vedere soltanto altre tre amiche: “Di quella notte non parliamo più, vogliamo dimenticarla”, ha spiegato. Non parteciperebbe nemmeno più a una serata “così folle”. Ha ripreso gli studi, ma non riesce proprio ad abbandonare la droga: “Quando mi faccio riesco a non pensare, poi l’effetto finisce e mi sento molto giù”. Ha raccontato di non voler pensare alla sua solitudine. Vorrebbe passare più tempo con sua madre “che lavora tanto e quando è a casa è stanca”. Ha specificato anche di non essere arrabbiata: “Lo so che si sacrifica per me”. Con lei però non riesce a confidarsi: non vuole deluderla o farla soffrire.
Per il futuro, ha raccontato a Repubblica, sogna di finire gli studi e di non drogarsi più. E ha concluso: “Vedo il mio corpo che non è più lo stesso, non ho fame come prima e il ciclo mestruale è sballato”.