Neonato morto soffocato, raccolte più di 100mila firme per chiedere assistenza H24 alle madri: “Basta morti inutili”
Neonato morto soffocato, la petizione per chiedere assistenza h24 alle madri
Ha raccolto più di 100mila firme in un giorno la petizione lanciata su Change.org dall’Associazione “Mama Chat” per chiedere assistenza h24 alle madri.
La petizione, dal titolo “Basta morti inutili e mamme sole! Chiediamo di garantire accompagnatori H24 alla nascita”, è stata lanciata dopo la tragedia del neonato morto soffocato all’ospedale Pertini di Roma.
Nell’appello si chiede che i “i protocolli ospedalieri siano aggiornati e che sia consentito l’ingresso h24 a un accompagnatore, garantendo l’accesso in tutti gli Ospedali Italiani del partner o familiare al momento parto e durante tutta la degenza”. Questo perché “spesso la carenza di personale non garantisce un sostegno continuativo alle puerpere”.
L’Associazione “Mama Chat” sottolinea quanto “dalla Pandemia negli Ospedali di tutta Italia sono entrate in vigore regolamenti che oggi persistono senza una reale necessità sanitaria o organizzativa per le Strutture Ospedaliere. Questi anni di Covid sono migliaia i neo-genitori che hanno vissuto, ancor più di prima, esperienze di degenze ancor più isolanti e maltrattanti, senza che vi siano motivazioni giustificate, in un momento della vita già delicato che dovrebbe portare con sé momenti positivi”.
Rimarcando anche che “nella maggior parte dei reparti maternità l’ingresso agli accompagnatori è consentito soltanto poche ore al giorno. Ma non in tutti. E’ fondamentale che vi sia una linea unica, dove non vi siano esperienze di parto di serie A o di serie B”.
La petizione chiede inoltre che “vi siano più controlli e supporto alle famiglie soprattutto nei momenti parto e post-parto, i quali sono estenuanti, fragili e difficili da affrontare, siano guidati dagli esperti anziché ostacolati, con cura e con consapevolezza, mettendo i bisogni delle mamme e l’assistenza a loro al centro”.
“La violenza ostetrica che permea quotidianamente nelle strutture Italiane miete vittime inconsapevoli creando traumi psicologici gravi che hanno effetti non solo sulle mamme ma anche sui loro bambini”, conclude l’appello. “La condivisione dell’esperienza parto con il/la propri* partner fin da subito permette alla coppia genitoriale di crearsi, consolidarsi, affrontando tale esperienza uniti, e l’accudimento, l’alleanza di quei giorni sono fondamentali protettori da depressioni post-partum e difficoltà materne psicologiche quali ansia, rabbia e fragilità”.