Naufragio migranti nel Mediterraneo: “Buon appetito pesci” e altri disumani commenti sui social
Naufragio migranti nel Mediterraneo: “Buon appetito pesci” e altri disumani commenti sui social
Il naufragio di migranti nel Mediterraneo del 25 luglio 2019, è una delle peggiori stragi di migranti. Se saranno confermati i numeri che danno al momento 150 persone disperse in mare, allora il peggior naufragio dal maggio 2017, come abbiamo spiegato qui.
E mentre va in scena una tragedia umana di dimensioni epiche, a terra, davanti ai propri pc, centinaia di persone commentano in maniera indegna la vicenda.
“Buon appetito pesci”, è un commento che sta facendo il giro del web, e che colpisce come un pugno in pieno stomaco. Si ha come l’impressione che il limite della decenza, rappresentato da chi inveisce contro l’invasione dei migranti, si sia abbondantemente superato, se c’è chi addirittura si compiace del fatto che 150 persone sia diventate cibo per gli squali del Mediterraneo.
Questa immagine qui sotto è un collage disumano di commenti che vanno dall’indifferenza del “Non è mio problema”, allo scetticismo/complottismo del “non ci credo, lo dicono per impietosirci”, al disumano “mangeranno i pesci”, “Feccia vera”.
In un momento in cui basta collegarsi a internet da uno smartphone e scrivere qualsiasi cosa passi per la testa, è sempre più frequente imbattersi in commenti – nella stragrande maggioranza dei casi sgrammaticati – che augurano il peggio agli altri. E questa volta è toccato ai 150 disgraziati che sono partiti dalle cose libiche e sono morti a poche miglia dalla costa.
Una crudeltà che fa paura. C’è chi, tra i campioni di disumanità, nella sua foto profilo inneggia al “i bambini non si toccano”, con tanto di foto “Parlateci di Bibbiano“. I bambini di Bibbiano valgono x, quelli di Khoms valgono come un paio di chili di carne da macello.
Non è una novità che dopo ogni strage di migranti ci sia la corsa al commento più triste. Ma l’impressione è che negli ultimi tempi il livello di disumanità stia raggiungendo picchi elevatissimi.
L’odio online – inteso come insieme di contenuti problematici e di discorsi d’odio, qui chiamato hate speech – è sempre più presente. A dirlo sono i risultati del monitoraggio condotto da Amnesty International Italiasulla presenza del linguaggio d’odio nelle campagne elettorali social dei candidati alle ultime elezioni europee.
I dati, pubblicati all’interno del rapporto Barometro dell’odio – Elezioni europee 2019 sono il frutto di un lungo e attento monitoraggio che ha coinvolto 180 attivisti dell’associazione appositamente istruiti, per un totale di 2.000 ore di attivazione. E i risultati sono sconfortanti. Più di 1 contenuto su 10 (il 11,5%) dei 100mila post, tweet e commenti valutati 1 nell’ambito di questo monitoraggio è risultato essere offensivo e/o discriminatorio o 2 hate speech (qui i dettagli).
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