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Napoli, la storia del 19enne che ha sparato tra la folla: “Mio padre pugnalò mamma quando era incinta di me”

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Napoli, la storia del 19enne che ha sparato tra la folla: “Mio padre pugnalò mamma quando era incinta di me”

“Anni di maltrattamenti con un tentativo di omicidio da parte del signor Valda ai danni della moglie”. È questo il contesto in cui è cresciuto Francesco Pio Valda, il 19enne che ha aperto il fuoco sulla folla a Mergellina, uccidendo il 18enne Francesco Pio Maimone. A scatenare il gesto omicida era stata una lite per una macchia che qualcuno gli aveva procurato sulle sneaker, un paio di Louis Vuitton dal costo di circa mille euro.

Il giovane, che compirà 20 anni ad agosto, aveva un solo precedente per droga risalente al 2021. All’epoca aveva scontato la pena nella comunità Jonathan di Scisciano, dove gli erano state contestate diverse violazioni, come il fumo in camera e l’uso del cellulare. Dopo aver tentato diverse volte la fuga era finito in carcere, per poi approdare a un’altra comunità la Mongolfiera, nel casertano. Qui, solo pochi mesi fa gli era stata offerta la messa alla prova, con un progetto nel settore meccanico e nell’edilizia. “Prova superata”, riporta la sua scheda, consultata da La Repubblica.

“Una ‘messa alla prova’ ti può dare un mestiere, se va bene, ma non cambia la testa”, il commento al quotidiano romano di Silvia Ricciardi, fondatrice dell’associazione Jonathan. “Aveva alle spalle un quartiere difficile. Un contesto familiare inesistente dal punto educativo, grave dal punto di vista giudiziario”, ha ricordato.

Un passato difficile, ormai agli atti del Tribunale dei minori. “Entrambi i genitori hanno perso da tempo la potestà genitoriale. Un’unione contraddistinta da anni di maltrattamenti con un tentativo di omicidio da parte del signor Valda ai danni della moglie: proprio nel periodo in cui era incinta di Francesco Pio”

riportano i documenti. A raccontare il tentativo di uccidere la madre era stato lo stesso Valda: “Mi sono salvato per miracolo. Perché lei era incinta di me, e lui ha cercato di pugnalarla. Così, sulla pancia: zac, zac, zac”.

Gli atti di tribunale e procura raccontano come la madre e i tre figli fossero riusciti a fuggire, andando fuori regione. Nonostante l’aiuto dei servizi territoriali, il padre riuscì comunque a rintracciarli, prima di essere ucciso nella faida dei Cuccaro, clan di San Giovanni Barra.

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