Napoli, il 18enne ucciso con tre colpi di pistola era estraneo alla lite: è stato ucciso per errore
Si stringe il cerchio intorno ai presunti responsabili della morte di Francesco Pio Maimone, il 18enne colpito al petto da tre colpi di arma da fuoco a Napoli la notte tra domenica 19 e lunedì 20 marzo: un ventenne di Barra è stato sottoposto a fermo, si tratta di Francesco Pio Valda, esponente di un clan noto alle forze dell’ordine.
Suo padre, Ciro, morì in un agguato di camorra dieci anni fa. Gli inquirenti della Squadra mobile di polizia stanno utilizzando le immagini di alcune telecamere di sorveglianza della zona di Mergellina per ricostruire la dinamica di quanto accaduto: il giovane si è accasciato sul lungomare del capoluogo campano in seguito a una rissa, ma – contrariamente a quanto affermato in un primo momento – non sarebbe stato lui a macchiare la scarpa del suo assalitore, in quella che è stata considerata la causa scatenante dell’omicidio.
Quando il killer ha estratto l’arma non l’ha fatto come minaccia, ma per ferire ed uccidere: il suo “bersaglio” ha però evitato i colpi, che hanno raggiunto il 18enne, ignaro di tutto. Successivamente l’assalitore è scappato confondendosi tra la folla. Il miglior amico della vittima, presente anche lui sul posto, ha provato a rianimare Francesco Pio con la respirazione bocca a bocca, poi il giovane è stato portato in ospedale, dove il suo cuore ha smesso di battere.