Napoli, gli rubano il cellulare in strada: “Per 6 chilometri ho camminato senza incontrare nessuno delle forze dell’ordine”
Un medico odontoiatra romano a passeggio per Napoli i vacanza ha subito lo scippo del telefono cellulare in strada e ha faticato per trovare un presidio di forze dell’ordine al quale denunciare quanto accaduto.
Piero Triggiani, è il nome del professionista, ha affidato a un lungo post Facebook la sua esperienza, che è stata ricondivisa sul social network dalla nota pagina “Fatti di napoletani perbene”.
“Attenzione quando si gira per Napoli”, è la premessa che anticipa la descrizione dell’esperienza negativa. L’uomo si trovava sul corso Umberto al momento del furto.
“Ero diretto al Museo archeologico nazionale – ha scritto – e sarei passato per la strada dei presepi che si trova nella stessa zona facendo tutto il percorso a piedi. All’inizio di corso Umberto decido di non aprire più il marsupio e di spostare il cellulare in tasca nel giaccone per le prossime foto. Sono consapevole dei pericoli di scippo e furto e tengo il piccolo marsupio leggermente avanti all’altezza dell’addome”.
L’accortezza, però, non è bastata. “Dopo 50 metri, neanche avevo finito di ripetermi queste raccomandazioni la parte destra del giaccone sembra impigliarsi ai rami della siepe che limita il marciapiede. Tiro in avanti il giaccone e non sento più il peso del cellulare appena inserito in tasca”.
Era stato rubato in un istante, inutili i tentativi di chiedere ad alcuni passanti se avessero notato qualcosa. Il telefono era inoltre stato immediatamente spento dal ladro.
“Mi hanno rovinato la breve vacanza – aggiunge Triggiani – il cellulare conteneva 4 anni di filmini, foto, e un numero imprecisato di numeri telefonici”. Ma non è tutto.
“Ho camminato per circa 6 chilometri, nel percorso di andata e ritorno dalla stazione centrale, e non ho incontrato per tutto il percorso nessuno, nessuno che facesse con la propria presenza prevenzione e dissuasione, tanta gente, strade affollate senza la presenza delle forze dell’ordine”.
A quel punto gli è venuto da chiedersi come fosse possibile: “All’improvviso la risposta è venuta da sola. Come posso tenere le forze dell’ordine a tutela della legalità se ogni 20-30 metri c’è un venditore abusivo? Questa è la risposta che mi sono dato, non so se è giusta”.