È morto Quino, il fumettista argentino padre di Mafalda
È morto Quino, il fumettista argentino padre di Mafalda
Si è spento Quino, il disegnatore argentino che ha inventato il celebre personaggio di Mafalda. Joaquín Salvador Lavado, questo il suo nome, aveva 88 anni. La notizia della morte è stata confermata su Twitter dal suo editore argentino, Daniel Divinsky. “Quino è morto. Tutte le brave persone del Paese e del mondo lo piangeranno”, ha riferito Divinsky, cofondatore di Ediciones La Flor.
L’infarto e gli ultimi anni
Secondo quanto riferito dalla stampa locale, Quino aveva subito un ictus nei giorni scorsi, che ha provocato un peggioramento delle sue condizioni di salute. Figlio di immigrati spagnoli, Quino nasce a Mendoza, in Argentina, il 17 luglio del 1932. Il soprannome Quino, con il quale tutto il mondo lo conosce per quella firma un po’ adolescenziale che accompagna tutte le sue strisce, gli fu dato fin dalla nascita per distinguerlo dallo zio Joaquin Tejon, pittore e grafico pubblicitario con il quale a 3 anni scopre la sua vocazione.
Una vita per Mafalda
Il personaggio più famoso creato dalla sua matita è stato Mafalda, che iniziò ad essere pubblicato sulla rivista argentina Primera Plana nel 1964. Gran parte della sua vita Quino l’ha trascorsa a dare vita all’arguta bambina. È il 29 settembre 1964 quando Mafalda vede la luce e viene consegnata alle rotative. La ragazzina dallo spirito ribelle, preoccupata per l’umanità e la pace nel mondo, compare per la prima volta sulla rivista argentina Primera Plana, uno dei settimanali più prestigiosi degli anni Sessanta a Buenos Aires. Uno sguardo critico e intelligente senza età sulla politica, l’economia e la società Mafalda diventa così uno dei personaggi più noti dell’Argentina, che nella capitale gli dedica anche una statua.
Inizialmente, Mafalda era una bambina destinata ad una pubblicità per una impresa di elettrodomestici. Poi è diventata una striscia, per la quale Quino non ha mai nascosto di essersi ispirato ai Peanuts di Charles Schultz. Trasformata velocemente in una simpatica contestatrice che si misura con l’Argentina ed il mondo, la bambina di Buenos Aires e’ sbarcata in Italia, e in Europa, nel lontano 1968, in piena contestazione: ma le sue riflessioni e tematiche predilette – dalla denuncia della fame e dal nucleare all’inflazione e all’economia – sono sopravvissute al passare degli anni e sono più vive che mai.
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