Milano, spunta il “monumento” in memoria della sposa bambina di Montanelli: l’opera dello street artist Ozmo | FOTO
Milano, monumento in memoria della sposa bambina di Montanelli
L’immagine di un monumento in memoria della sposa bambina di Indro Montanelli. È l’opera di street art comparsa oggi, lunedì 15 giugno, a Milano su un muro di via Torino. L’opera è stata realizzata dallo street artist Ozmo mentre continua il dibattito che si è aperto negli ultimi giorni sulla figura del giornalista per il suo concubinato con una 12enne eritrea. Le immagini sono state pubblicate sulla pagina Instagram dell’autore. “Voglio restituire dignità ai deboli, emarginati, violentati e derubati”, è il suo messaggio.
Nei commenti online l’artista spiega: “L’intervento di Street Art ‘Monumento in memoria della sposa bambina, in Montanelli’, che è apparso lunedì mattina a Milano in Via Torino è nato rispondendo all’invito lanciato il 9 giugno scorso da Igiaba Scego, con un articolo sulle pagine di ‘Internazionale’. Raffigura un piedistallo monumentale sul quale si erge idealmente, Fatima-Destà, la bambina di 12 anni che Indro Montanelli sposò in Eritrea da soldato, grazie alla controversa pratica chiamata ‘madamato’, che permetteva ai cittadini italiani nelle colonie di accompagnarsi temporaneamente con donne native”.
“La foto – continua Ozmo – è contemporanea e raffigura una bambina Eritrea, all’incirca della stessa età di Fatima-Destà, vestita con abiti sgargianti mentre porta al villaggio dell’acqua potabile nella sua grossa tanica gialla a tracolla. Il viso è coperto da una macchia di colore-mascherina. Vediamo solamente gli occhi, che ci guardano in modo ambiguo: sono sorridenti o in una smorfia di dolore? Pur non escludendo a priori la distruzione dei monumenti, questa opera vuole rispondergli con un gesto artistico, poetico e creativo, perché questo è, a mio avviso, uno degli scopi dell’Arte”.
“L’intento – spiega ancora lo street artist – è, come suggerito da Gianni Rodari già nel 1960 e dalla Sciego nell’articolo, di ampliare i monumenti esistenti e ridare dignità alla parte lesa e non celebrata. Rappresentando idealmente su questo piedistallo una bambina, africana, infibulata, venduta in sposa a un soldato bianco, vittima più volte del colonialismo dell’uomo, in questo momento delicato di lotte globali per i diritti delle minoranze etniche esplose dopo l’assassinio di George Floyd, vorrei ridare almeno in parte dignità ai deboli, emarginati, violentati e derubati. Immaginarla libera, protagonista, dipinta in un gesto di orgoglio, è la mia dedica a chi, come lei, si trova dalla parte danneggiata e sfruttata della storia”.
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