Chi è Monia Bortolotti, la mamma arrestata per la morte dei figli. L’accusa: “Li ha soffocati, non sopportava il pianto”
Ha fatto scalpore una drammatica notizia di cronaca giunta ieri da Pedrengo, in provincia di Bergamo. Una mamma di 27 anni è finita in carcere con l’accusa di aver ucciso i due figli neonati, una bambina di 4 mesi e un maschietto di due mesi. A far partire le indagini, il sospetto nato dopo la morte del figlio maggiore, avvenuta il 25 ottobre 2022: era passato appena un anno dalla scomparsa della sorellina di 4 mesi, Alice, un decesso catalogato come morte in culla provocata da un rigurgito. In entrambi i casi, al momento della tragedia la giovane mamma si trovava sola in casa con i bambini e aveva chiamato i soccorsi, arrivati quando ormai non c’era più nulla da fare.
Una coincidenza poco credibile, per gli investigatori. L’autopsia sul corpicino del piccolo ha fatto decidere per la riesumazione del cadavere della prima bambina: da qui la decisione di contestare alla donna l’accusa di duplice infanticidio. Si tratta di Monia Bortolotti, da tutti conosciuti come Mia. Nata in India il 17 maggio 1996, è stata l’ultima orfana di Madre Teresa di Calcutta ad essere stata adottata in Italia da una famiglia di Gazzaniga. I genitori che l’hanno cresciuta sono Laura Brena, 63 anni, con la quale avrebbe un rapporto difficile, e Pietro, che l’ha ospitata nell’ultimo periodo.
I rapporti con il compagno Cristian Zorzi, 52 anni, si sono interrotti dopo l’autopsia disposta sul loro secondo figlio, Mattia, morto a due mesi. Prima della gravidanza, Mia faceva l’insegnante di ballo, ma aveva lasciato tutto e si era trasferita a Pedrengo a casa del padre dei suoi figli.
La donna sui social, in un post del 13 ottobre, scriveva: “E la Procura incolpa me, come se tutta questa tragedia fosse voluta, cercata. A nessuno importa che i miei bimbi fossero seguiti e tenuti come fiorellini, perfetti. A nessuno importa come io cercassi disperatamente di essere la mamma che non ho mai avuto”. Il 3 agosto aveva pubblicato una foto in cui teneva in braccio Mattia e Alice, e scriveva: “Io giorno e notte continuo a chiedermi come sia successo e se sia davvero possibile sopravvivere a questo dolore, perché i bimbi non dovrebbero stare da nessuna parte, se non tra le braccia di mamma e papà”.
E ancora il 20 agosto Monia Bortolotti scriveva: “Care mamme e cari papà, ho perso la mia prima bimba in culla, soffocata da un rigurgito. La colpa è mia, per averla messa a dormire di lato sui suoi cuscinotti tanto morbidi. E il secondo, nato l’anno successivo, andatosene molto probabilmente schiacciato da me mentre mi sono addormentata allattandolo. Al mio risveglio era ancora vivo, ma per poco. La colpa è ancora mia perché, per evitare la stessa tragedia avvenuta alla sorellina, lo tenevo in braccio giorno e notte, camuffando le mie paure per non disturbare nessuno”. Insomma, un incidente, secondo la sua versione, in definitiva auto-assolvendosi: “Perché adottata? Perché adottata da una mamma nociva e anaffettiva? Chi lo sa…”, dice di se stessa.
La 27enne in alcuni post parlava anche del rapporto difficile con il compagno Christian, con cui ha rotto quando è arrivata la consulenza del medico legale sul corpo di Mattia: “È in queste tragiche situazioni di dolore estremo che una coppia dovrebbe stringersi ancora di più, per amore! Ma quando amore non è mai stato, allora non sarà mai”.
Le indagini
Secondo le prime ricostruzioni, i neonati sarebbero stati soffocati dalla madre nella loro casa di Pedrengo. Inoltre la donna potrebbe aver provato ad uccidere Mattia già in un’altra occasione, quando il bimbo era nato da appena un mese. Nel settembre 2022, scrive il Corriere di Bergamo, Mia Bortolotti chiamò il compagno per dirgli che il piccolo Mattia non respirava più, era cianotico. Un déjà-vu dell’orrore per l’uomo, che già l’anno prima aveva visto morire la piccola Alice. Per fortuna in quel caso i medici riuscirono a salvarlo. L’ipotesi macabra è che Monia abbia ucciso il bambino soffocandolo, stringendolo tra le braccia, mentre con la figlioletta avrebbe usato un cuscino. Il motivo? “Non sopportava il pianto”.