Urtò il figlio di un boss durante la festa per i mondiali e fu ucciso: dopo 17 anni arrestati due fratelli
Urtò il figlio di un boss durante la festa per i mondiali e fu ucciso: dopo 17 anni arrestati due fratelli
Un omicidio plateale, impunito per 17 anni. Sono stati arrestati i presunti responsabili dell’omicidio di Michele Coscia, ucciso a Napoli durante i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia ai mondiali nel 2006. Si tratta dei due fratelli Luigi e Nicola Torino, entrambi figli di un capoclan, accusati di aver ucciso Coscia perché, con la bandiera che stava sventolando, aveva urtato il fratello più piccolo.
Un delitto avvenuto di fronte a molte altre persone, due delle quali rimasero ferite accidentalmente dai numerosi colpi di arma da fuoco esplosi all’indirizzo del 30enne. Per ricostruire la dinamica dell’omicidio, inizialmente valutato in un contesto camorristico, è stato determinante il contributo di un testimone oculare. L’uomo, arrestato per rapina nel 2020, ha iniziato a collaborare con la giustizia due anni fa, rivelando di aver assistito all’uccisione.
Agli inquirenti ha riferito che la sera del 9 luglio del 2006, Coscia aveva colpito il fratellino dei due sospettati con la sua bandiera, di fronte al “Bar centrale” di Chiaiano, nella periferia nord di Napoli. Il ragazzino reagì insultando Coscia, che colpì il parabrezza del motociclo, rompendolo. L’amico di Coscia offrì anche un risarcimento da 100 euro, ma il figlio del capoclan rifiutò i soldi.
“Il ragazzo colpito da Michele non mi piaceva”, aveva riferito l’uomo ai magistrati, secondo quanto riporta Il Corriere del Mezzogiorno, aggiungendo di aver rimproverato Coscia “per quello che aveva fatto al paravento, gli consigliai di tornarsene a casa, non so perché, ma mi sentivo che la cosa non sarebbe finita là”.
Dopo un breve passaggio a casa, tornò davanti al bar, dove vide il ragazzino indicare la vittima ad alcune persone che erano con lui. Una di queste, Luigi Torino, avrebbe poi sparato diversi colpi di pistola, ferendo anche un altro amico della vittima e una ragazza. Secondo l’autopsia, Coscia fu colpito da ben sette proiettili agli arti, ai glutei, alla schiena, che gli causarono gravissime lesioni toraciche e addominali.
Il giovane era considerato estraneo ad ambienti malavitosi, a differenza del fratello Alberto, ucciso il 19 maggio del 2004 in un agguato. Quest’ultimo era ritenuto legato al gruppo camorristico Stabile,
all’epoca in guerra con il clan Lo Russo, a cui era ritenuta vicina la famiglia dei Torino. Per questo motivo le prime indagini inserirono l’omicidio in un contesto camorristico.