Molise, sfilata di ambulanze nella notte: 18 anziani positivi al Covid-19 trasferiti in un ospedale che non ha la terapia intensiva
Una fila che sembra interminabile di ambulanze, con le sirene accese, seguita da un pulmino ad alto biocontenimento. È l’immagine dura, quasi surreale che è apparsa ieri sera agli occhi dei molisani. Chissà cosa pensano. Presi e spostati come dei pacchi, di notte, come fossero pericolosi criminali. Sono i 18 anziani positivi al Covid-19 ma asintomatici di due case di riposo del Molise, Cercemaggiore e Agnone, in provincia di Campobasso. Adesso sono in carico alla Asrem (l’Azienda sanitaria della Regione Molise): essendo queste persone asintomatiche, però, l’Azienda non può predisporne il ricovero e quindi ha deciso di “posizionarli” all’interno dell’ospedale Santissimo Rosario di Venafro, come se questa struttura fosse una RSA.
Qual è il problema, vi chiederete? C’è qualcosa che non torna: innanzitutto l’ospedale di Venafro è in parte operativo con la radiologia, l’ambulatorio analisi, l’udi, la riabilitazione e la dialisi, ma non dispone di un reparto di rianimazione (lo aveva, ma circa un paio di anni fa tutti i macchinari sono stati portati all’ospedale di Isernia). Inoltre il trasferimento degli anziani positivi è avvenuto senza predisporre nessun percorso Covid e con un trasporto effettuato con delle semplici barelle.
E allora perché questa scelta? Perché spostare delle persone anziane positive al Covid-19 senza nessuna organizzazione a monte e in una struttura, l’ospedale di Venafro, non dotata del reparto di rianimazione? Senza contare il fatto che Venafro è una zona blindata, grazie ad un provvedimento, il 17/2020, che – in aggiunta alle misure statali, regionali e commissariali di contenimento del rischio di diffusione del virus già vigenti – ha obbligato le persone residenti e/o dimoranti a dotarsi e utilizzare idonea mascherina durante tutta la loro permanenza al di fuori del proprio territorio, nel caso siano legittimate ad uscire.
Il personale sanitario dell’ospedale Santissimo Rosario di Venafro, ha provato a ribellarsi a questo stato di cose, soprattutto durante l’arrivo degli anziani positivi. Parte dei venafrani ha provato a reagire affidando il proprio dissenso ai social. Nulla di tutto ciò è servito però a cambiare il percorso di quanto deciso dalla politica molisana.
A cura di Valentina Niro