Caso Soumahoro, la Procura chiude le indagini: “La moglie spese i soldi della coop Karibu in vestiti di Ferragamo”
Il denaro delle coop Karibu e Jambo Africa spese per abiti griffati di Ferragamo: la Procura di Latina ha chiuso le indagini preliminari e confermato le accuse a Liliane Murekatete, moglie del deputato ex Alleanza Verdi-Sinistra, ora passato al Misto, Aboubakar Soumahoro, e l’ha accusata – insieme alla suocera del deputato, Marie Therese Mukamitsindo, a due cognati e a due collaboratori delle coop – della mala gestione delle associazioni adibite all’accoglienza dei migranti.
A breve si attende per tutti il rinvio a giudizio. “Il sistema è connotato da rilevanti opacità nella gestione degli ingenti fondi assegnati alla cooperativa sociale e agli altri enti coinvolti – hanno specificato i magistrati – fondi, in parte non rendicontati e in parte utilizzati per scopi apparentemente estranei allo scopo sociale (tra cui acquisto di beni di lusso nel negozio Ferragamo a Roma), in parte destinati ad utilizzi anche all’estero e allo stato non chiariti”.
“C’è anche il diritto alla moda, all’eleganza”, disse Soumahoro alla fine dell’anno scorso cercando di giustificare gli abiti e le borse di alta moda indossati dalla moglie. Secondo gli inquirenti l’evasione sarebbe stata messa in atto tramite false fatturazioni che avrebbero coperto operazioni inesistenti: i soldi destinati ai migranti sarebbero in realtà stati dirottati in alcuni casi in Africa, dove Michel Rukundo, cognato di Soumahoro, ha aperto un resort. In totale il valore delle presunte fatture false utilizzate e contestate a Mukamitsindo ammonterebbe a più di 2,3 milioni di euro.