“Ho rifiutato un matrimonio combinato, mio padre mi ha picchiata”: la confessione alla prof di una studentessa indiana
“Mi hanno picchiata: mio padre, mio zio… mia madre mi ha dato un calcio in pancia. Va avanti così da mesi. Da quando mi hanno imposto un uomo da sposare ma io ho detto di no. Sono innamorata di un mio connazionale, indiano anche lui, è un 23enne, ha quattro anni più di me”: una ragazza indiana del Modenese, studentessa di un istituto superiore non lontano da Bologna, ha parlato alla sua professoressa delle vessazioni di matrice religiosa che è costretta a subire in famiglia.
Un caso che ricorda da vicino quello di Saman Abbas, la diciottenne pachistana uccisa non lontano da quella stessa zona nella notte del 1 maggio 2021 per aver rifiutato un matrimonio combinato. La giovane si trova ora in un centro protetto, al sicuro dai suoi familiari. “Ma individuarlo non è stato semplice”, dice la sua avvocata, Barbara Iannuccelli. Prima di trovare questa sistemazione infatti la studentessa ha dovuto dormire a casa della dirigente scolastica perché le strutture di accoglienza erano piene.
Alla giovane era stato tolto il cellulare, ha mostrato diversi lividi conseguenze delle percosse del padre. “Mi hanno messo a digiuno per due giorni — prosegue — e papà si è messo davanti a me dandomi dei calci”. La scuola ha prontamente avvertito un’associazione che si occupa di contrasto alla violenza di genere, con la denuncia è scattato immediatamente il “codice rosso” che prevede l’ascolto nelle 72 ore della vittima. Dopo aver confermato tutto alla polizia, la 19enne è rientra a casa subendo ulteriori percosse.