Regioni, Miozzo (Cts): “Ho proposto di inserire il verde, per dare speranza”
Covid e sistema classificazione Regioni: zona verde
Rosso, arancione, giallo e ora anche verde. Il colore della speranza e del lasciapassare ai semafori potrebbe diventare la nuova totalità del sistema di classificazione delle Regioni per le restrizioni anti Covid. Qualche giorno il ministro della Cultura Dario Franceschini proponeva la creazione di una “zona bianca” nella quale sarebbero entrate le regioni con gli indicatori migliori, mentre oggi il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo a Buongiorno, su Sky TG24 spiega ”è stato proposto di inserire il verde, per dare questo obiettivo di speranza, ma non è ancora stato inserito nelle categorie. Il verde sarebbe per le Regioni che teoricamente sono in una condizione di ritorno alla normalità. In questo momento non credo ce ne siano, però alcune Regioni hanno un’incidenza piuttosto bassa nella trasmissione del virus. Dobbiamo avere un minimo di speranza e cercare la luce in fondo al tunnel”.
“Stiamo in piena pandemia, la curva si è stabilizzata ma non si sta abbassando come auspicheremmo”, ha dichiarato Miozzo. “Il controllo del sistema sanitario sta reggendo: è in sofferenza in molte Regioni del Paese, in sofferenza le terapie intensive, in sofferenza i reparti di accettazione, però diciamo che la macchina sta perfettamente tenendo. Siamo molto preoccupati della potenziale evoluzione, auspichiamo che verso la fine della prossima settimana si possano vedere gli effetti di quelle dolorose restrizioni che abbiamo imposto per il periodo di Natale”. “La migliore soluzione per la malattia dovrebbe essere il lockdown totale, ma è evidente che noi non possiamo mettere il Paese in lockdown fino alla fine del percorso vaccinale quando avrà raggiunto quella mitica immunità di gregge. Dobbiamo convivere e per farlo ci dobbiamo consentire delle aperture che fanno salire questa curva”.
Quanto alla scuola, non è necessario “rischiare, bisogna fare delle cose con intelligenza. Comprendendo che siamo nel pieno di una pandemia, ci sono dei rischi cosiddetti accettabili: a scuola si può andare se le condizioni sono compatibili”. “Trovo molto positivo – ha aggiunto – che il dibattito politico sulla scuola abbia raggiunto livelli di attenzione che raramente in passato aveva. Dopodiché dobbiamo considerare le criticità esistenti. La scuola non è esente da rischi ma si può convivere con il rischio. Dobbiamo valutare area per area se le condizioni esterne alla scuola sono state soddisfatte. Se non si entra nella logica del rischio accettabile la scuola resterà chiusa con la didattica a distanza fino a settembre – ottobre, quando l’immunità di gregge sarà raggiunta”.