Il tribunale del Riesame ha confermato il divieto di dimora a Riace per Mimmo Lucano
Mimmo Lucano continuerà a essere in esilio da Riace. Il tribunale del Riesame di Reggio Calabria infatti ha ribadito il divieto di dimora per il sindaco sospeso, che nella città aveva realizzato un modello di accoglienza che lo aveva reso famoso in tutto il mondo.
Il Riesame ha confermato quindi il provvedimento che obbliga Lucano a stare lontano da Riace, che come sindaco ha guidato per tre diverse amministrazioni.
Era stata la Corte di Cassazione, lo scorso 11 aprile 2019, a riabilitare Lucano e ordinare ai giudici di Reggio Calabria di pronunciarsi nuovamente sul suo caso. Soprattutto in relazione al provvedimento di divieto di dimora. La valutazione dei giudici, però, evidentemente non è cambiata.
Secondo il Riesame, dunque, nonostante le indagini a carico di Lucano sono state chiuse da tempo, con l’ex sindaco già rinviato a giudizio, non sono cessate le esigenze cautelari collegate all’inchiesta “Xenia”.
L’indagine vede Lucano accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio. Reati contestati in relazione all’appalto di raccolta dei rifiuti gestito dal Comune di Riace all’epoca in cui lo stesso Lucano era sindaco e affidato con una procedura ritenuta dall’accusa non conforme alla legge ad una cooperativa composta da un gruppo di migranti facenti parte del progetto Sprar gestito dal Comune.
Sempre l’11 aprile scorso, il Gup di Locri aveva disposto il rinvio a giudizio per Lucano e per altri 26 indagati, fissando l’inizio del processo per l’11 giugno prossimo.
Il giorno dopo, però, la procura di Locri aveva emesso nei confronti di Lucano un avviso di conclusione delle indagini preliminari in relazione ad un’altra inchiesta, in cui al sindaco sospeso di Riace vengono contestati i reati di truffa e falso ideologico sempre in relazione alla gestione dei migranti.
Un nuovo processo che Lucano sperava di affrontare tornando almeno nella sua città. Ma adesso questo non è più possibile.