Strage di Cutro, nell’anniversario del naufragio le famiglie delle vittime e i superstiti annunciano: “Faremo causa allo Stato”
I familiari intenteranno, prima a Roma e poi a Catanzaro, un'azione legale "risarcitoria per omissione di soccorso". "Saranno valutate anche eventuali responsabilità dell'agenzia europea Frontex"
Le famiglie delle vittime e i superstiti del naufragio di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, dove il 26 febbraio 2023 morirono 94 persone, hanno intenzione di intentare una “causa civile a scopo risarcitorio contro lo Stato italiano” per “l’omissione di soccorso e i gravi patimenti successivi” alla tragedia. Lo hanno annunciato nell’anniversario della strage Gul Jamshidi, un cittadino afgano che nel naufragio perse un nipote, e l’avvocato Stefano Bertone dello studio legale che si occuperà dell’esposto in rappresentanza delle cinquanta famiglie coinvolte.
L’azione risarcitoria contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle Infrastrutture e il Ministero dell’Economia e delle Finanze sarà comunque intentata soltanto dopo la fine dell’inchiesta penale coordinata dalla Procura di Crotone. Soltanto in seguito si vedrà se coinvolgere anche le istituzioni europee.
“Nella causa saranno valutate anche le eventuali responsabilità dell’agenzia europea Frontex”, ha dichiarato Jamshidi nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi a Crotone dopo la veglia organizzata all’alba sul luogo della strage. “Perché noi sappiamo che le istituzioni sapevano da prima che la barca ‘Summer Love’ si trovava in mare vicino alle coste e che era in pericolo, ma non hanno fatto nulla per diverse ore”.
L’esposto, ha poi annunciato l’avvocato Bertone che rappresenta le famiglie e i superstiti insieme ai colleghi Marco Bova ed Enrico Calabrese, “sarà presentato non prima che siano chiuse le indagini” penali. “La prima denuncia la presenteremo a Roma dove ha sede la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la seconda a Catanzaro”. “Cosa ha fatto Frontex delle informazioni arrivate quella notte?”, ha chiesto Bertone. “Non ci sono solo le responsabilità delle ultime ore, ma c’è un sistema che non ha funzionato. Frontex si tiene le informazioni e facilita il compito delle autorità italiane di sbagliare, che permettono un reato gravissimo. Se fossero stati avvisati prima avrebbero commesso lo stesso errore o no?”.
“Presenteranno richieste risarcitorie alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero delle Infrastrutture e al Ministero dell’Economia e delle Finanze”, ha aggiunto il legale. “Decideremo poi, sulla base di ciò che emergerà, se ampliare la platea dei soggetti convenuti anche a Frontex e alle istituzioni europee”.