Migranti, sbarchi in Italia: dati alla mano, ecco come stanno davvero le cose
Migranti sbarchi dati | Viminale | Crisi Libia | Salvini | Ong
Migranti sbarchi dati – La crisi migratoria è tornata al centro del dibattito europeo. L’ex ministro dell’Interno leghista Matteo Salvini accusa le Ong di essere “criminali”, “navi pirata”, “complici con i trafficanti di uomini”.
C’è una vera e propria guerra verbale in corso. Ma soprattutto, nei discorsi (quasi da bar) sulle migrazioni vengono dimenticati i dati veri. Quanti sono gli sbarchi di rifugiati verso l’Italia? Come sono cambiate le cose in questi ultimi anni?
Migranti sbarchi dati | L’invasione non esiste
Si può discutere a lungo sulla percezione del fenomeno, sul bisogno di politiche di maggiore fermezza o meno. Ma i numeri sono commisurati alle dimensioni del fenomeno in atto.
Ci sono due elementi importanti: innanzitutto l’Italia e l’Europa intera sono lontane dalla situazione vissuta nella fase più acuta della crisi tra il 2015 e il 2017. Poi va ricordato che l’Italia non è l’epicentro del fenomeno migratorio.
Il Mediterraneo secondo l’UNHCR
Il sito dell’Unhcr, l’agenzia Onu che si occupa dei rifugiati, fotografa in tempo reale la situazione dei movimenti migratori di tutto il pianeta; l’area del Mediterraneo dice che dall’inizio del 2019 a oggi gli sbarchi in Italia dal 1 gennaio all’8 luglio sono stati 3.071.
Nello stesso periodo gli arrivi via mare in Grecia sono stati 18.300 e quelli in Spagna 13.260.
Soltanto Malta ha fatto i conti con un numero di migranti inferiore all’Italia (1.048) ma con una popolazione di appena 460.000 abitanti. In totale gli arrivi nell’area sono stati circa 36.000 con una stima di 666 morti.
Per fare un confronto, nell’intero 2018 nei cinque paesi affacciati sul Mediterraneo (Spagna, Italia, Malta, Grecia e Cipro) gli sbarchi furono 141.472, in calo drastico rispetto agli anni precedenti. La punta massima nel 2015, con oltre un milione di arrivi.
Il record della Svezia nell’accoglienza
Uno dei nodi su cui c’è più resistenza in Italia è il passaggio successivo a quello degli sbarchi, ovvero l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Anche su questo punto bisogna riagganciarsi ai numeri reali. Attualmente la rete dell’accoglienza nazionale ospita circa 150mila stranieri; anche in questo caso numeri più bassi ad esempio a quelli della Turchia dove sono fermi nei campi di accoglienza circa 3 milioni e mezzo di profughi.
Secondo dati elaborati dall’Ispi (istituto studi politica internazionale), da anni al lavoro sul fenomeno migratorio, l’Italia accoglie 3 migranti ogni 1.000 abitanti contro i 24 della Svezia, i 12 della Germania, i 17 di Malta, i 13 dell’Austria, i 5 della Francia.
I dati del Viminale
Per comprendere il fenomeno migratorio, occorre uno sguardo al passato per vederne l’evoluzione. Il Viminale confronta gli sbarchi avvenuti in questi mesi del 2019 con lo stesso arco di tempo nel 2017 e 2018 e il dato più eclatante è la diminuzione degli sbarchi che l’Italia ha visto in questi tre anni.
Si è passati da 85.137 persone arrivate via mare sulle coste italiane nel 2017, anno di svolta della crisi nel nord Africa, dopo il quale scattarono gli accordi tra Italia e Libia; a 16.750 nel 2018, fino alle 3.071 di quest’anno.
I numeri di questi giorni (42 persone della Sea Watch 3, le poche decine della Alex e le 65 della Alan Kurdi) sono irrisori in confronto a quelli che l’Italia dovette affrontare nei periodi più drammatici dei flussi migratori, quando gli arrivi si contavano in migliaia al giorni.
Gli sbarchi sono dunque drasticamente diminuiti, a dispetto degli slogan elettorali dei “porti chiusi” contro “l’invasione”.