Migranti positivi in Veneto, Zaia: “Noi in casa per mesi e questi signori già vogliono uscire”
Il maxi focolaio esploso giovedì 30 luglio nel centro di accoglienza per richiedenti asilo dell’ex caserma Serena di Treviso preoccupa il governatore Zaia. Il quadro finale dello screening eseguito dalla task force dell’Usl della Marca dice che sono state contagiate 133 persone: 132 migranti (su 293) e un solo mediatore culturale (su 22). “Se guardiamo i dati, vediamo che c’è solo un mediatore contagiato. Tutti gli altri operatori, invece, non sono contagiati – specifica il presidente della Regione – deduco che forse questo è accaduto perché magari avevano i dispositivi di protezione e li utilizzavano”.
“L’ex caserma Serena e altre che ha il Veneto devono essere dismessi. È ormai certificato che questo sistema di ospitalità è fallimentare, lo è socialmente, culturalmente, sanitariamente, economicamente”, aggiunge il presidente della regione Veneto.
Intanto dalla caserma arrivano notizie dell’insofferenza delle persone. Controllati da polizia e carabinieri all’esterno della caserma, i migranti sono tutti dentro e ieri dalle grate della finestra qualche ragazzo ha parlato: “Siamo arrabbiati, non sappiamo da dove è arrivato il virus”. “Portavano tutti la mascherina mentre parlavano? – è stata la domanda posta dal governatore – se l’avessero portata sempre magari avremmo avuto meno problemi” e ha aggiunto: “I veneti hanno trascorso mesi chiusi in casa. Non capisco perché questi signori stiano già alzando la voce perché vogliono uscire. Qui si vede se esiste lo Stato oppure no”.
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