Migranti, la nave Asso 25 arriva a Pozzallo: cosa sappiamo finora
Migranti Asso 25 | Nave Asso Venticinque | Pozzallo
Migranti Asso 25 – La nave commerciale italiana Asso 25 ha recuperato nella sera del 6 giugno 62 migranti. A dare la notizia è stata Alarm Phone, la linea telefonica diretta e autorganizzata per rifugiati in difficoltà nelle acque del Mar Mediterraneo.
L’imbarcazione è approdata a Pozzallo nel pomeriggio del 7 giugno.
I 62 migranti a bordo sono sbarcati durante il pomeriggio. Lo sbarco si è chiuso con il ricovero in ospedale di due uomini: uno per cefalea e l’altro per ustioni. Come hanno raccontato i testimoni, i migranti salvati in mare nelle acque Sar maltesi, non mangiavano da tre giorni.
Migranti Asso 25 | Il Viminale attacca l’Ue
Dopo lo sbarco fonti del Viminale hanno parlato di una “proficua collaborazione” con Malta nel caso dell’Asso25 e hanno attaccato l’Ue “che manda lettere al governo italiano” ma “continua a ignorare le richieste d’aiuto del nostro paese e di Malta, lasciati soli a fronteggiare gli sbarchi”.
Il ministero dell’Interno e le autorità maltesi hanno gestito “in piena sintonia il salvataggio” dei 62 migranti. “Questa operazione conferma la doverosa attenzione per la tutela della vita umana, la proficua collaborazione con Malta e l’assenza di pregiudizi nei confronti di navi private che accettano il coordinamento degli Stati”.
Migranti Asso 25 | Lo sbarco
La nave Asso 25 intorno alle 16.20 è sbarcata a Pozzallo. Sull’imbarcazione è salito il medico marittimo Vincenzo Morello per effettuare i primi controlli.
Come spiegato dal Viminale, i 62 migranti a bordo saranno prima trasferito nell’hotpost della città, rimasto chiuso negli ultimi 5 mesi, e saranno poi ospitati in strutture della Cei.
Migranti Asso 25 | La destinazione
La destinazione è stata comunicata dalla Guardia costiera al comandante che ieri sera aveva cominciato a fare rotta verso Lampedusa.
La nave è un rimorchiatore di appoggio alle piattaforme petrolifere off-shore ed è stata coinvolta ieri pomeriggio nel soccorso di un gommone avvistato già mercoledì da alcuni aerei in perlustrazione.
I migranti a bordo erano riusciti a mettersi in contatto con il centralino Alarm phone mentre erano in zona Sar maltese ma nessuno sarebbe andato in loro soccorso e avrebbero passato la notte in mare.
“Gli sbarchi si sono ridotti del 90 per cento e i pochi che riescono ad arrivare, quelli di oggi, ad esempio, saranno accolti a spese del Vaticano, così ognuno fa la sua parte”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
I migranti, che provengono da paesi dell’Africa subsahariana, verranno accolti in strutture della Cei. Appena sbarcati verranno identificati nell’hotspot di Pozzallo.
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La denuncia di UNHCR
Poteva essere l’ennesima tragedia del Mediterraneo. I 62 a bordo della Asso 25 erano a bordo di una delle tante imbarcazioni fatte partire mercoledì dai trafficanti libici, tre delle quali con 370 persone salvate dalla Marina maltese, altre riportate indietro dai libici intervenuti quando alcuni erano già in acqua.
Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr lancia l’allarme: “700 persone alla deriva in 24 ore nel Mediterraneo. Non parliamo per decenza di pull factor. Nessuna Ong può essere presente. E ancor peggio nessun sistema di soccorso. Stiamo perdendo vite umane e l’esperienza preziosa di anni di salvataggio che rendevano onore a chi li faceva”.
Migranti Asso 25 | I ritardi
L’annuncio del gommone in panne risale a mercoledì 5 giugno, ma fino alla serata del giovedì nessun mezzo navale sarebbe intervenuto.
Non sono ancora chiari i contorni di questo salvataggio di cui e’ stata informata la sala operativa della Guardia costiera di Roma.
Matteo Salvini
Il ministero dell’Interno Matteo Salvini è stato informato e non avrebbe frapposto ostacoli. La Capitaneria di porto di Pozzallo è stata allertata per l’arrivo della nave.
Migranti Asso 25 | La situazione in Libia
Intanto la Libia non è un porto sicuro. Il Paese nordafricano adesso più che mai non è un porto sicuro, perché i centri per migranti di Tripoli sono un vero e proprio inferno.
Centocinquanta civili rimasti uccisi, 100mila persone sfollate, tra cui 3 mila migranti, e in totale 3.800 vittime, tra morti e feriti. Lo riporta Medici Senza Frontiere (MSF), l’Organizzazione medico-umanitaria che da tre anni offre assistenza medica ai migranti detenuti arbitrariamente nei centri di Sanaa, Misurata, Zintan e Khoms.