Mediterraneo, l’allarme del Cnr: “Invaso da 200 nuovi pesci”
Il Mediterraneo è il mare più invaso al mondo con 200 nuovi pesci. A rilevarlo è una ricerca pubblicata dalla rivista “Global Change Biology”, coordinata dall’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologie marine (Cnr-Irbim) del Cnr di Ancona – che ricostruisce la storia delle invasioni biologiche nel Mare nostrum. Lo studio evidenzia che negli ultimi 130 anni il cambiamento climatico e altri fattori hanno generato l’arrivo di circa duecento nuove specie ittiche, tra cui centinaia di specie esotiche, rendendo il Mediterraneo la regione marina più invasa al mondo.
Un processo che secondo gli esperti ha cambiato per sempre la storia del nostro mare. “Le specie del Mar Rosso, entrate dal canale di Suez inaugurato nel 1869, sono le più rappresentate e problematiche. Ci sono, tuttavia, altri importanti vettori come il trasporto navale ed il rilascio da acquari. I ricercatori hanno considerato anche la provenienza atlantica tramite lo stretto di Gibilterra” afferma Ernesto Azzurro del Cnr-Irbim, coordinatore della ricerca. “Alcune di queste specie costituiscono nuove risorse per la pesca, ben adattate a climi tropicali e già utilizzate nei settori più orientali del Mediterraneo” aggiunge il ricercatore.
Dall’altro lato però “molti ‘invasori’ provocano il deterioramento degli habitat naturali, “riducendo drasticamente la biodiversità locale ed entrando in competizione con specie native, endemiche e più vulnerabili”. “Il ritmo della colonizzazione è così rapido da aver già cambiato l’identità faunistica del nostro mare. Pertanto ricostruire la storia del fenomeno permette di capire meglio la trasformazione in atto e fornisce un esempio emblematico di globalizzazione biotica negli ambienti marini dell’intero pianeta” conclude Azzurro, il quale ha rilevato che il fenomeno ha preso il via a partire dagli anni 90.