Mattia Giani morto dopo il malore in campo, il papà: “Non c’erano medici, ambulanza in ritardo e nessuno usava il defibrillatore”
“Vogliamo la verità, vogliamo capire come è morto nostro figlio”. La famiglia di Mattia Giani, il giovane calciatore morto dopo un malore in campo, vuole risposte. Lo dice papà Sandro, aggiungendo che è pronto a sporgere denuncia. Il calciatore del Castelfiorentino è deceduto lunedì mattina dopo un malore sul campo da calcio durante una partita contro il Lancillotto nel campionato di Eccellenza. Una partita importante per Mattia, che aveva segnato quel 14 aprile in rosso sul calendario: era il giorno del suo rientro in campo dopo un infortunio.
Papà Sandro Giani ha ripercorso, in un colloquio con il Corriere della Sera, gli attimi drammatici del malore sul campo dello stadio Ballerini a Campi Bisenzio, e ha descritto una situazione di possibile negligenza: “Io so solo che il medico su quel campo non c’era. E che la prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti. E che nel frattempo il massaggiatore del Castelfiorentino ha provato a rianimare mio figlio e che poi è scesa una spettatrice dagli spalti che lavora come infermiera per dare una mano. Il defibrillatore c’era ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza. Si può morire così?”.
Dal canto suo, l’Asl sostiene che l’ambulanza sia arrivata in 8 minuti e che il regolamento della Figc impone la presenza di un medico a bordo campo. Tuttavia, il Lancillotto contesta queste affermazioni, sostenendo che i medici erano presenti, nonostante le testimonianze contrarie.