In Toscana il sindaco (leghista) di Massa ha deciso di multare chi chiede l’elemosina e indossa “abiti succinti”
Massa, vietati gli abiti succinti ed elemosina da un regolamento comunale
Prima il comune di Novara, adesso il comune di Massa, in Toscana. Prima un regolamento che vieta di mostrarsi in pubblico “in abiti che offendano il comune senso del pudore”, adesso uno in cui non si possono indossare vestiti succinti, assumere atteggiamenti equivoci in strada e chiedere l’elemosina. Dietro il leitmotiv del decoro, due amministrazioni di centrodestra a guida Lega hanno varato due regolamenti della polizia urbana che, secondo i loro sostenitori, dovrebbero “tutelare l’incolumità pubblica” dei cittadini.
Massa, capoluogo toscano insignito della Medaglia d’oro al valore militare della Resistenza, lo scorso luglio ha approvato le Misure a tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana che, secondo quanto si legge nel testo, devono “migliorare le condizioni di vivibilità della città, la convivenza civile e la coesione sociale”. Da qui, stop agli abiti succinti e ad “abbigliamenti indecorosi o indecenti in relazione al luogo in cui ci si trova”. Basta con gli ammiccamenti, con i bivacchi e “i clamori e gli assembramenti volti a provocare litigi”.
I soggetti destinatari sono mendicanti e prostitute, donne che assumono “comportamenti diretti in modo equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento”.
In particolare, si continua a leggere, nel periodo estivo in quanto le condotte “metterebbero a rischio, o potrebbero recare offesa, all’integrità fisica o morale dei minorenni, alla sanità, alla sicurezza o alla tranquillità pubblica” vista anche la presenza, nelle ore serale, di famiglie a passeggio.
La multa va da 50 ai 450 euro, in base alla gravità e al luogo in cui avviene la violazione. Inoltre, si prevede la confisca del ricavato in denaro appartenente a mendicanti “fastidiosi per le persone” e l’emanazione del provvedimento di Daspo urbano.
“Il nuovo regolamento del Comune di Massa prevede multe per chi mendica e per le donne che vestono in modo provocante. #ricoveratelasindaca”, ha scritto su Twitter l’attore Alessandro Gassmann, innescando una polemica sul web.
Tra i commenti anche quello della cantante Fiorella Mannoia: “Ditemi che è uno scherzo. I cittadini di Massa accettano tutto questo?”.
Francesco Persiani, sindaco del comune toscano, ha risposto sottolineando che ad alcuni termini, a suo parere strumentalizzati, è stato attribuito “un significato e una valenza arbitraria frutto di un’interpretazione distorta” perché il divieto di abiti indecorosi è contenuto in un articolo del regolamento contro la prostituzione.
Per Persiani la conseguenza è stata “assurgere a cronaca nazionale opinioni non soltanto infondate” ma anche “lesive dell’immagine della città”, al punto che il comune ha deciso di valutare commenti e dichiarazioni per eventuali segnalazioni all’Autorità giudiziaria “a tutela dell’immagine” del comune.