La Marina soccorre 30 migranti al largo della Libia: Paesi europei pronti ad accoglierli
Marina soccorre migranti Libia – Nella mattina del 9 maggio una nave della Marina militare ha soccorso circa 30 migranti al largo delle coste della Libia. La notizia è stata data da Ansa, che cita fonti qualificate.
Poco dopo è arrivato il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “C’è una nave della Marina militare che in acque libiche ha raccolto 40 immigrati, io porti non ne do”.
“Perché in acque libiche? Peraltro pattugliate dalla Guardia costiera libica che ieri (8 maggio, ndr) in pieno Ramadan ha soccorso salvato e portato indietro più di 200 immigrati. O si lavora tutti nella stessa direzione o non può esserci un ministro dell’interno che chiude i poti e qualcun altro che raccoglie i migranti. È vero che bisogna chiarire alcune vicende all’interno del governo”.
In serata il premier Conte ha annunciato lo sbarco della nave nel porto di Augusta, dopo che il Governo italiano ha ottenuto la disponibilità di alcuni paesi europei (Malta, Francia, Lussemburgo e forse Germania e Spagna) ad accogliere i migranti.
Ieri, 8 maggio, un’imbarcazione con a bordo almeno 150 profughi aveva lanciato un allarme a causa di un’avaria al motore, secondo quanto era stato riferito tramite Twitter da AlarmPhone.
Il servizio di allerta aveva comunicato la posizione del barcone alle autorità di Roma, La Valletta e Tripoli, ma aveva ricevuto una risposta solo ore dopo, quando alcune motovedette della Guardia costiera libica si erano dirette verso il luogo indicato.
Da quel momento AlarmPhone non è più riuscito a mettersi in contatto con i migranti, che dovrebbero essere stati riportati in Libia.
Il caso Diciotti – Non è la prima volta che una nave della Marina militare italiana soccorre i migranti in difficoltà, ma ogni volta che questo episodio si ripete torna alla mente il caso Diciotti. Ad agosto del 2018 la nave della Guardia Costiera aveva preso a bordo 190 migranti soccorsi nel Mediterraneo ed era stata bloccata al largo delle coste italiane per 10 giorni.
Il caso aveva quasi portato all’apertura di un processo contro il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.