Il manager negazionista Marco De Veglia muore di Covid a 55 anni
Un amico di De Veglia racconta: "Era sommerso da fake news, non si era vaccinato. Stava male da giorni, ma aveva rifiutato tampone"
Marco De Veglia, noto esperto di marketing, è morto a Miami dove viveva e dove si trovava ricoverato in terapia intensiva causa Covid. Il 55enne aveva scelto di non vaccinarsi e non prendeva precauzioni. Il manager era convinto che le cure per il virus si potessero seguire tranquillamente a casa.
Il 19 luglio condivideva sui social questo post: “Noi non siamo bastian contrari. Se anche solo un 40% di quello che hanno raccontato fosse stato credibile, saremmo andati a inocularci pure noi. Il problema è che nella narrazione pandemica, fatichiamo a trovare anche solo un 1% di verità. Eppure ci proviamo, ma niente da fare, una contraddizione dietro l’altra a fare da eco ad una propaganda buffa quanto asfissiante…”. E ancora: “L’ultima sparata è quella dei pass. Ti dicono che gli inoculati possono contagiare ed essere contagiati ma poco importa perché non avranno la malattia. Il problema è piuttosto che i non inoculati si ammalano e riempiono le TI (e di nuovo con la storia, sentita N volte, che il problema è l’intasamento degli ospedali, non la malattia in sé). Bene, ammesso che sia vero, se i soggetti fragili li hai praticamente siringati tutti, quale sarebbe ora il problema? Vengono ospedalizzati chi, i giovani? Sappiamo che ciò è falso. Dunque chi si ammalerebbe? Non si capisce…”.
Marco De Veglia era considerato uno dei più bravi professionisti del marketing e della strategia comunicativa aziendale. Un amico su La Stampa racconta: “È facile puntare il dito contro un uomo che ha scelto di non vaccinarsi e poi muore di Covid. Più difficile chiedersi come possa accadere che una persona intelligente, un ottimo professionista, finisca per diventare vittima di un flusso continuo di fake news che lo invitano a non tutelare la propria salute”.
“Era coerente con le sue convinzioni sbagliate. Nell’ultima telefonata, mercoledì 21 luglio, era ricoverato nel reparto di terapia intensiva e aveva il casco per l’ossigeno. Mi ha mandato una foto in cui aveva una brutta cera, ma era comunque fiducioso. Le ultime parole che mi ha detto sono state queste: ‘Ci sentiamo entro fine mese per riprendere il lavoro’”, conclude l’amico di De Veglia.