Esclusivo TPI – Complottista, negazionista e sedicente curatore: ecco cosa scriveva Marco Bellavia prima del GfVip
Supportato, osannato e spesso strumentalizzato da giornali, vip e personaggi politici, Marco Bellavia nasconde un lato oscuro di cui nessuno ha parlato. Ecco che cosa scriveva il "mental coach" prima di prendere parte al reality
Grande Fratello Vip, ecco cosa scriveva Marco Bellavia prima di entrare nella Casa
Da volto di Bim Bum Bam a mental coach, la parabola di vita di Marco Bellavia è piuttosto curiosa. Finito nell’occhio del ciclone mediatico dopo la sua uscita volontaria, poche settimane fa, dalla casa del Grande Fratello Vip, per via del suo disagio mentale e del bullismo subito dai compagni di gioco, in questi giorni Bellavia ha raccolto la simpatia di tutti i media, oltre che di centinaia di migliaia di persone. I suoi numeri social sono infatti schizzati alle stelle dopo la vicenda del GfVip: su Instagram vanta più di 170mila follower, la sua pagina Facebook ha raggiunto quasi i 30mila mi piace, su Twitter sono quasi in 5mila a seguirlo, mentre il suo canale Telegram conta più di 2mila iscritti. Numeri triplicati e in alcuni casi decuplicati a seguito della popolarità improvvisa (ma forse calcolata) donatagli dal reality show di Canale 5.
Da conduttore a life-mental coach
Supportato, osannato e spesso strumentalizzato da tutti i giornali, vip e anche da personaggi politici, Marco Bellavia si è presto trasformato nel martire perfetto, il simbolo della battaglia per la salute mentale, tema importantissimo e molto attuale, eppure snobbato da tutti i partiti durante l’ultima campagna elettorale. L’ex gieffino, classe 1964, ha un passato da modello, attore e conduttore televisivo. Diplomato al liceo scientifico, ha frequentato il corso di laurea in Scienze geologiche presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università degli Studi di Milano, che abbandona però dopo tre anni. La popolarità arriva negli anni ’80 quando recita nelle serie tv Love Me Licia e in Arriva Cristina, ma arriva al suo apice quando diventa conduttore del programma per ragazzi delle reti Mediaset Bim bum bam, dal 1990 al 2001. La carriera televisiva prosegue poi a Forum (2001-2002) e a Stranamore. Negli anni a seguire si perdono le sue tracce, tranne qualche collaborazione poco degna di nota con alcune reti televisive locali. Più o meno un anno fa decide di lanciarsi nel mondo dell’imprenditoria online con il suo progetto di “Mental Coach 4.0”, ricavandone una fonte di guadagno. Poi la partecipazione breve ma intensa, al Grande Fratello VIP 7 di quest’anno, che gli regala una nuova, importante popolarità.
Bellavia dice di aver attraversato momenti bui e difficili durante la sua vita e di soffrire di depressione. Questo lo avrebbe portato a diventare un “Mental Coach 4.0”, per aiutare le persone “a vivere bene ed essere felici!”, si legge sul suo sito. Non solo, l’ex conduttore sarebbe un life coach a 360 gradi, tanto da auto-definirsi “MentalBike”, “MentalTennis”, “MentalGolf”, “MentalPapà”, “MentalSci”, “MentalSmoke”. Un tuttologo, insomma.
In cosa consista il fantomatico metodo 4.0 non è dato saperlo. C’è soltanto un vago riferimento al web 4.0 e al fatto che si tratti della “perfetta sintesi di 35 anni di studi personali sulla mia bestia e sulle tecniche per vivere meglio”. Inoltre, si legge sempre sul sito, questo metodo aiuterebbe “velocemente le persone che desiderano un cambiamento produttivo, a trovare la felicità”.
Dopo tutto è lui stesso a raccontare sul suo blog di essere stato costretto a etichettarsi, o meglio “battezzarsi”, come “Mental Coach 4.0”, perché nel mondo di oggi, “nella società consumistica e nelle tempeste odierne. Covid incluso”, “se non hai un’etichetta non sei”. La domanda sorge quindi spontanea: Marco Bellavia ha un attestato o una certificazione che dimostri tale titolo? Sul sito e sui suoi canali social non c’è traccia di tale documentazione e anzi, in un passaggio, è lui stesso a scrivere che da trent’anni porta avanti una “missione, seppur non certificata”.
Abbiamo fatto anche una ricerca sul sito dell’Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP), la più grande in Italia, ma il suo nome non compare. In Italia nel 2019 i coach professionisti si attestavano a circa 1.500, anche se quelli amatoriali sono sempre di più e impossibili da conteggiare. Per definirsi coach professionista e qualificato infatti, è necessario iscriversi a un’Associazione di Categoria Nazionale – autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico, in via esclusiva, al rilascio dell’Attestato di Qualità e di Qualificazione professionale in base alla legge 4/2013 -, seguire corsi di almeno 80/100 ore, sostenere esami di verifica e accettare norme e regolamenti per l’erogazione del servizio di Coaching a vantaggio del cittadino/utente. In questo modo il cliente di un Coach, in caso di dubbi o problemi, può rivolgersi tranquillamente allo sportello del consumatore offerto dell’associazione. Esiste inoltre la Norma Italiana UNI 11601, istituita nel 2015, che stabilisce la definizione, la classificazione, le caratteristiche e i requisiti del servizio di Coaching. Quindi, un conto è svolgere l’attività di Coach Professionista, un altro è auto-proclamarsi coach e operare comunque nel settore.
Ma andiamo avanti: come afferma lui stesso, l’ex attore non è solo un esperto di disagio mentale, in grado di “farti passare ansia e attacchi di panico”, ma anche un mental coach esperto di ciclismo, golf, tennis e sci: il metodo è sempre quello 4.0, che garantisce perfomance “migliori” ed “entusiasmanti”. Parola di… Marco Bellavia. E non finisce qui: il nostro life coach può insegnarti anche a diventare una “mamma quasi perfetta”. Anche un papà, all’occasione. Come? Ovviamente con il “MentalPapà 4.0”, che insegna i trucchi per essere mamme e genitori migliori in pochissimo tempo con la garanzia del risultato certo”.
Inoltre, se sei un fumatore, il nostro mitico life coach può aiutarti a smettere. Stavolta il nome del metodo è MentalSmoke 4.0, ma il procedimento, come in tutti gli altri casi, è ignoto. Le modalità di erogazione dei servizi offerti dal guru sono esclusivamente online, via Streamyard o Skype. C’è la possibilità di prenotare una sessione gratuita con Marco, anche se in un’altra pagina del sito c’è scritto che la sessione gratuita ha un costo di 40 euro: un controsenso a tutti gli effetti.
In fondo al sito, ben nascosto, viene specificato che non si tratta di un servizio terapeutico né psicologico e che non ci sono finalità mediche. Peccato che è sempre lui, in più punti, a sottolineare come medici e psicologi non siano in grado di curare sul serio certi disagi mentali, insinuando addirittura la tesi secondo la quale ci sia un vero e proprio business dietro.
Nella mente del guru: dal complottismo al negazionismo
Il Marco di oggi, o meglio quello post GfVip, si presenta come una persona pacata, conciliante e gentile. Eppure, basta tornare indietro di qualche mese o pochi anni sui suoi profili social, per scoprire chi si nasconde davvero dietro quest’anima bella e pura: il profilo di un negazionista, complottista contro i poteri forti, pro Brexit e anti-euro.
Lo dimostrano diversi post sul suo profilo Instagram, come questo del 13 dicembre 2019 in cui scrive, in merito alla Brexit: “Non hanno mai avuto l’ euro al posto della sterlina eppure vogliono uscire dall’europa… un motivo ci sarà. 😉 #brexit #londra #reginaelisabetta”. Oppure, questo post pubblicato in occasione della ricorrenza dell’attentato alle Torri Gemelle, dove si legge “In Italia specialmente, pochi mesi dopo, l’EURO prendeva il posto della LIRA e la maggior parte della gente diveniva lentamente più povera, quasi inconsciamente e subliminalmente”. Non soddisfatto, poche righe dopo rincara la dose e aggiunge: “Il #terrorismo è questo. Tutti focalizzati a guardare le cose ecclatanti nel frattempo .. Ultimamente ci siamo accorti che la GB è uscita dallEuropa? Guarda caso non ha mai avuto l’Euro, mantenendo la quotata Sterlina e la propria sovranità monetaria … ops Milioni di vittime fisiche, mentali ed economiche nel mondo grazie al #Risiko”.
Anche sulla pandemia di Covid-19 ha le idee molto chiare: il 2 marzo 2020 condivideva sul suo profilo una grafica con sopra scritto “Coronavirus: sempre più numerosi i casi di cittadini che hanno spento la televisione e sono guariti”. Passano i mesi ma la sua posizione non cambia, anzi, si rafforza: è il 4 novembre 2020, e mentre il numero dei morti per Covid-19 continua a salire, Bellavia scrive “Prima ci “ristori”… poi ci chiudi! Perché se fai il contrario NOI NON VI CREDIAMO PIÙ!!… sempre che qualcuno vi creda…”.
Passando alla pagina Facebook, è il 18 marzo 2021 quando sul suo profilo compare un post in cui, attraverso l’accostamento di due grafiche, la diffusione del contagio di Covid-19 viene paragonato a una partita a Risiko. “Il tavolo del Risiko è pronto – scrive nella didascalia – Aggiungiamo i “carri armati”? Trova le differenze…”.
Anche rispetto alla moneta unica e all’Unione europea, il suo punto di vista è chiaro: sul suo profilo si trova infatti la ricondivisione di un post di Gianluigi Paragone, leader di Italexit, del 1º gennaio 2022, in cui l’Ue viene rappresentata con le sembianze della Morte con la falce in mano, mentre tenta di strangolare una donna che simboleggia l’Italia. Sotto c’è scritto “Nasce l’euro. Muore l’Italia”. Il riferimento è al ventennale della nascita della moneta unica.
Anche dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, Marco Bellavia non resiste alla tentazione di condividere notizie fake o complottiste. Il 24 marzo ricondivide sul suo profilo un’immagine del presidente statunitense Joe Biden, con sopra scritto “Quando annunci al mondo il pericolo che i tuoi laboratori biochimici in Ucraina finiscano in mano russa e il mondo ti chiede che cazzo ci fanno dei laboratori biochimici americani in Ucraina”. Una bufala smontata dagli esperti di debunking già nei giorni precedenti.
Anche molte delle sue dirette streaming pubblicate sul suo canale YouTube durante la pandemia hanno toni molto vicini al negazionismo e al complottismo. In particolare, c’è un suo commento a un post, oggi non più visibile per aver violato gli standard di Facebook in materia di violenza e istigazione alla violenza, che Bellavia mostra con orgoglio in un video del 19 gennaio 2021, che recita così: “Al rogo ladroni incompetenti. I politici italiani sono degli assassini bastardi. I nostri vecchi a marzo, migliaia, son stat uccisi con ossigeno nei polmoni e ora stanno continuando col resto… AL ROGO!!!”. Nel video il mental coach ammette ai presenti che in effetti il commento “era un po’ pesante, ma – aggiunge -, tanta gente fa commenti ben peggiori”. Da quel momento, spiega, avrebbe subito delle restrizioni su Facebook e per questo ha deciso di pubblicare le sue dirette soltanto su YouTube che, dice, è più permissivo.
Visto che ogni video o contenuto è anche un’opportunità di monetizzazione, Marco Bellavia non si lascia sfuggire l’occasione e sotto le sue dirette YouTube aggiunge anche il link che rimanda direttamente al suo account PayPal per invitare i seguaci ad effettuare una donazione e a “sostenere l’iniziativa”.
Anche sul sito non mancano riflessioni e articoli dal tono complottista o quanto meno discutibile, come quando scrive “Ad esempio a mia mamma ho detto di guardare solo i programmi Mediaset, senza calcolare gli altri altrimenti, la sua mente di 87 enne, potrebbe spaventarsi e abbassare troppo le difese immunitarie… come si sente dire sempre più.”
Insinua anche dubbi sulla professionalità di psicologi, neurologi e psichiatri: “Nell’ambiente dove lavoravo il solo nominare la parola depressione era un tabù, riuscii comunque ad andare avanti e avere successo ma per qualche mese iniziai il valzer degli psicologi, neurologi e psichiatri. Poi… diversi anni dopo… Una sera bevendo una birra al bar in una località di montagna del Trentino un amico medico mi disse “Marco se non ci fossero malati noi non lavoreremmo”. Accipicchia! Non avevo intuito bene il senso, ma non scordai mai quella frase. Sia ben chiaro – mette le mani avanti -, il mio è un parere assolutamente personale dovuto alle mie esperienze. I medici in toto sono assolutamente indispensabili e fondamentali per la società e nutro l’assoluta fiducia nella categoria. Ma confrontandomi con amici specialisti del settore mi sono fatto un’idea del loro ruolo. E QUI MI FERMO…”. Lancia il sasso, ma nasconde la mano.
A completamento della sua offerta, il life coach ci avvisa anche di star sviluppando un libro, in fase di pubblicazione, “per aiutare le persone nel mondo 4.0”. Il titolo? Tutto un programma: “IL BIGINO PER STARE BENE E DIVENTARE RICCHI”.
Il miracolo che non esiste
Il business legato al coaching e alla cure alternative alla medicina tradizionale è in forte espansione in questi anni in Italia. Ad oggi il mercato del coaching vale circa 15 milioni di euro nel nostro Paese e 1,5 miliardi nel mondo. Il giro d’affari legato invece alla medicina omeopatica è stimato, nei soli Stati Uniti, intorno ai 3 mld di dollari, in Europa si aggira attorno al miliardo di euro. Solo in Italia il suo valore raggiunge i 300 mln di euro. In un contesto così opaco e poco regolamentato, si inseriscono facilmente fantomatici santoni, guru e truffatori. Marco Bellavia non è di certo l’unico. Basta fare qualche ricerca online e sui social per scoprire che è pieno di figure di questo tipo, più o meno improvvisate, che garantiscono successi straordinari e il raggiungimento della tanto agognata felicità. Nel paese di Wanna Marchi e Stefania Nobile tutto questo non dovrebbe sorprenderci. Quello che invece sorprende è la nostra incapacità di riconoscere i segnali di una truffa e finire, di nuova, nella trappola della guarigione miracolosa.
Dopo tutti questi anni e gli scandali che si sono susseguiti, non abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi contro questo tipo di frodi. Anche se sono cambiati i tempi e gli strumenti, la filosofia alla base di questi servizi è sempre la stessa: vendere qualcosa che non esiste, come la perfezione o una soluzione veloce e indolore ai nostri problemi. Il modus operandi di Bellavia è però ancora più subdolo: il vero scopo del suo progetto non è chiaro fin da subito, non accusa mai direttamente i medici e gli psicologi di non saper fare il loro lavoro, ma induce, subdolamente, le persone a crederlo. Per questo Marco Bellavia è un personaggio pericoloso.
La “beatificazione” mediatica messa in atto in questi giorni dai giornali, dalla tv e dal Grande Fratello Vip stesso, che non si sono preoccupati di fare le dovute verifiche sulla sua persona, sulla sua storia e sulla sua attività, è stato il favore più grande che potessero fargli. La visibilità e i numeri raggiunti adesso sui social potranno infatti essere facilmente convertiti in potenziali clienti. Si tratta di persone per lo più fragili, affette da disturbi, sole o impaurite, che credono di trovare nel “Mental Coach 4.0” la soluzione a tutti i problemi della loro vita. Senza accorgersi, invece, di star cadendo nell’ennesima trappola di un imbonitore senza scrupoli.