Mancata zona rossa Alzano e Nembro, indagato l’ex direttore generale della sanità lombarda, Luigi Cajazzo
Oltre a Cajazzo, risultano indagati anche il suo vice dell'epoca Marco Salmoiraghi, ancora attuale numero due della Direzione generale della Sanità, Aida Andreassi, dirigente di Areu Lombardia, Francesco Locati, direttore della Asst di Seriate e Roberto Cosentina, direttore sanitario di Asst Bergamo Est
Arrivano i primi indagati per epidemia colposa nell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione dell’emergenza nel territorio più flagellato dal coronavirus. Il primo è l’ex direttore generale della sanità lombarda, Luigi Cajazzo, attuale vice segretario generale sempre nello stesso ambito. Ma nel blitz di ieri della Guardia di Finanza di Bergamo in Regione sono coinvolti anche l’assessore al Welfare Giulio Gallera, del quale sono state ‘copiate’ le chat integrali (non per ricerca del nome) da febbraio a giugno, e il direttore dell’Istituto Superiore della Sanità, Silvio Brusaferro, che è stato sentito per la seconda volta come testimone. La prima era stata a giugno quando i pm si erano recati anche a Palazzo Chigi per ascoltare come persone informate sui fatti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. Se allora l’attenzione dei magistrati era rivolta soprattutto alla mancata istituzione della ‘zona rossa’ in Val Seriana, le attività di oggi sono legate in particolare al filone della chiusura e quasi immediata riapertura, il 23 febbraio, del pronto soccorso di Alzano Lombardo, di cui noi di TPI abbiamo dato notizia esclusiva nell’inchiesta in più parti a cura di Francesca Nava che ha contribuito a far partire l’indagine della procura.
All’Ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano erano stati scoperti i primi casi di positività nel territorio. Oltre a Cajazzo, sono indagati il suo vice dell’epoca Marco Salmoiraghi, ancora attuale numero due della Direzione generale della Sanità, Aida Andreassi, dirigente di Areu Lombardia, Francesco Locati, direttore della Asst di Seriate e Roberto Cosentina, direttore sanitario di Asst Bergamo Est. “Siamo contenti che la Procura abbia preso sul serio la nostra richiesta di verità che è la richiesta di tutti i familiari delle vittime. Abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia, ora ne abbiamo ancora di più”, è il commento del Comitato Noi Denunceremo sul ‘salto di livello’ dell’indagine a cui hanno dato impulso con numerosi esposti. Nelle settimane scorse, la Procura aveva prorogato l’incarico al virologo Andrea Crisanti, chiamato a fornire risposte ritenute “cruciali” dagli inquirenti su eventuali responsabilità nel dilagare della pandemia in questa provincia. Il blitz della Guardia di Finanza di Bergamo in Regione ha effettuato acquisizioni di materiale informatico con copia di memorie telefoniche e altro materiale a carico dei funzionari indagati.
L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:
- Uno scudo penale per il Coronavirus: nel decreto Cura Italia spunta l’emendamento PD per sanare le responsabilità politiche
- Coronavirus, anche Salvini vuole lo scudo penale per i politici. Poi la retromarcia
- Qui la lettera ufficiale firmata dal direttore dell’ospedale di Alzano Lombardo
- Contagio Coronavirus all’ospedale di Alzano: dopo l’inchiesta di TPI la Procura di Bergamo indaga per epidemia colposa