Partorisce due gemelli, ne uccide uno e lo nasconde in un peluche gigante
La donna ha infilato l'altro bambino nel cesto della biancheria
Ha ucciso uno dei due gemelli che aveva appena partorito e poi li ha nascosti entrambi, uno in un peluche gigante, l’altro in una cesta della biancheria. Una donna, di origine serba ma residente in Svizzera, è stata condannata a un anno di carcere con una sentenza arrivata nel 2019. L’episodio risale invece al 2015.
La vicenda
La giovane mamma (di circa 25 anni), che vive a Lucerna, aspettava due bambini. Ma a causa della costante pressione esercitata dall’ex compagno che le aveva chiesto di abortire, la donna ha iniziato ad avere le contrazioni con due mesi di anticipo. Nel panico totale – si trovava a casa – si è rifugiata in bagno, dove si è distesa nella vasca. Poi ha cercato sul web le modalità per partorire.
Quando è venuto alla luce il primo neonato, la mamma non lo ha sentito piangere. Spaventata, lo ha sbattuto contro il muro, lo ha avvolto in una maglietta e infine lo ha nascosto in un gigantesco orsacchiotto rosa.
Poche ore dopo la donna ha partorito il secondo bambino, sempre nella vasca da bagno. Secondo il racconto della giovane madre, il piccolo è nato morto. Lo ha avvolto in un asciugamano e lo ha nascosto nel cesto della biancheria.
La donna, poi, a causa di un’emorragia è svenuta. Sua madre, che è arrivata poco dopo, l’ha soccorsa e portata in ospedale. Per gli esperti se la 25enne si fosse recata subito al pronto soccorso dopo il primo parto, il secondo bimbo si sarebbe salvato.
La polizia, comunque, è stata chiamata non appena i medici si sono accorti che la ragazza aveva partorito e che dei gemelli non c’era traccia. Quando sono stati trovati, per gli agenti non c’erano dubbi: il primo bimbo è morto a causa delle fratture craniche e una lesione cerebrale traumatica; il secondo per “negligenza” della donna.
La mamma, dunque, è stata giudicata dal Tribunale di Lucerna che ha deciso che dovrà passare 12 mesi in prigione. Secondo uno psichiatra, la giovane soffre di disturbo dell’adattamento e depressione.