La Luiss chiude l’osservatorio di Orsini: stop al finanziamento da Eni. Confermata l’anticipazione di TPI
La Luiss chiude l’osservatorio di Orsini: “I canali di comunicazione non sono più attivi”
Alessandro Orsini – docente universitario che ha scatenato polemiche con le sue posizioni sulla guerra in Ucraina – non è più il direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss. L’università fa sapere, infatti, che “l’accordo di collaborazione con Eni per la realizzazione dell’Osservatorio affidato dall’ateneo al professor Alessandro Orsini, è giunto a scadenza da circa due mesi e non sarà rinnovato. Per questa ragione – prosegue la nota dell’università – i canali di comunicazione dell’Osservatorio, incluso il sito internet ‘sicurezza internazionale’, da oggi non sono più attivi”.
La notizia era nell’aria da tempo come anticipato da noi di TPI ad inizio aprile. Una fonte qualificata interna a Eni ci aveva infatti riferito che l’azienda non aveva intenzione di rinnovare il finanziamento che erogava dal 2016 all’Osservatorio interno alla Luiss diretto da Orsini, cifra il cui ammontare è coperto da riservatezza. Interpellata dal nostro giornale, la società ci aveva fatto sapere in via ufficiale che non avrebbe commentato l’indiscrezione. Non sono note le motivazioni all’origine della scelta, ma è logico pensare che abbiano avuto un peso le polemiche scaturite per le posizioni assunte dal professore sull’invasione russa dell’Ucraina e sulla strategia dell’Occidente rispetto al conflitto in corso. Interpellato da TPI, Orsini non volle commentare la notizia.