Lombardia, “Mia madre, malata di leucemia acuta e immunodepressa, non può fare il vaccino perché mancano le dosi”
Con l’acuirsi dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, il vaccino antinfluenzale è diventato un alleato ancora più importante e fondamentale per le persone ad altro rischio. È il caso di Claudia Salmaso, una signora di 75 anni malata di leucemia acuta e immunodepressa. Essendo paziente oncologica e over65, la signora è considerata “soggetto fragile“. Avrebbe diritto alla vaccinazione, ma al momento è in attesa. “Il medico di base mi ha detto che non sono arrivati i lotti e che quindi non può somministrarle il vaccino. Sono arrivate soltanto 80 fiale su 400 pazienti che lui ha in cura”, denuncia a TPI la figlia, Sabrina Apruzzese.
“Noi siamo di un piccolo comune di Monza-Brianza. Il medico di base mi ha detto che sui vaccini antinfluenzali ha le mani legate e che non è colpa sua. Ha pochissime dosi e deve fare una scelta sui pazienti a cui somministrarli. Mi ha spiegato che ha ricevuto solo queste dosi dall’azienda sanitaria locale la quale a sua volta risponde a Regione Lombardia”. Proprio in Lombardia sul tema dei vaccini antinfluenzali regna il caos. (Qui l’inchiesta di TPI sui vaccini antinfluenzali in Lombardia). La campagna vaccinale è partita lunedì 19 ottobre almeno per quanto riguarda i soggetti fragili come la signora Salmaso. Durante la presentazione del piano antinfluenzale lo scorso 8 ottobre, la Regione aveva annunciato di voler consegnare entro inizio novembre circa 750 mila vaccini contro l’influenza. Per adesso, quindi, considerando le 160mila dosi che sarebbero già arrivate nelle farmacie, ne mancherebbero all’appello 590mila.
Quanto è importante per sua madre il vaccino antinfluenzale, chiediamo a Sabrina Apruzzese. “Fondamentale. Se mia madre prende un virus banalissimo non sopravvive“, ci spiega. “Data l’urgenza ho pensato di ricorrere al vaccino a pagamento. Anche se mia madre essendo anziana, paziente oncologica e immunodepressa avrebbe diritto al vaccino gratuito. Ma il medico mi ha risposto che non ci sono nemmeno a pagamento. ‘Provi a chiamare in farmacia. Non ce l’hanno nemmeno loro‘, mi ha detto. La Regione avrebbe consegnato un tot di lotti ai vari enti (farmacie, ambulatori, etc) ma i vaccini non si trovano perché sono pochissimi rispetto al numero che avrebbero dovuto consegnare. Il medico mi ha spiegato anche che la gente sta chiamando all’impazzata per prenotare delle dosi di vaccino che non esistono“, racconta Sabrina a TPI.
Ma a che punto siamo in Lombardia con i vaccini antinfluenzali? Ieri, mercoledì 21 ottobre, il direttore generale del Welfare, Marco Trivelli, in commissione Sanità al Pirellone ha spiegato che “in questo momento abbiamo distribuito in farmacia per i medici di base attorno alle 160mila dosi: con gli over 65 si partirà la settimana prossima”. Ma molti medici lombardi denunciano difficoltà nel reperire le dosi. Secondo Roberto Carlo Rossi, presidente dell’ordine dei medici di medicina generale di Milano, “i medici di famiglia questa settimana potranno ritirare 30 dosi a testa, la prossima settimane 20 e quella dopo ancora altre 20 dosi di antinfluenzale. Sono 100 dosi in tre settimane, a fronte di circa 600 pazienti per ogni medico di base che secondo il ministero della Salute dovrebbero essere vaccinate contro l’influenza nell’anno della più grave crisi sanitaria degli ultimi 70 anni”.
Ma la vicenda dei vaccini antinfluenzali acquistati da Regione Lombardia sembrerebbe ancora lontana dalla soluzione. Lo ribadisce Samuele Astuti, capogruppo del Pd in Commissione Sanità, dove ieri c’è stata l’audizione del management di Aria, la centrale acquisti regionale. Tutti i 500mila vaccini acquistati mediante l’ultima gara sono privi della necessaria autorizzazione da parte dell’autorità regolatoria nazionale, riferisce l’esponente Dem.
“È questo l’ultimo atto – spiega Astuti – di una vicenda che ha visto Regione Lombardia dare il peggio di sé. Ad oggi 500mila dosi, che avrebbero dovuto essere destinate ai pazienti fragili e agli over 65, non sono disponibili e non vi è alcuna certezza di quando lo saranno. Medici di famiglia e centri vaccinali non hanno le dosi e non sono neppure in grado di programmare quando potranno iniziare a fare le vaccinazioni”.
Sullo stesso tema, la collega del Pd Carmela Rozza denuncia il ritardo nella campagna vaccinale, comprovato da una circolare appesa all’esterno di un centro: le prenotazioni – si legge nel documento – “saranno aperte a partire da martedì 3 novembre 2020” e saranno “prioritariamente aperte alle donne in stato di gravidanza e ai pazienti con condizioni di gravi fragilità per malattie croniche”. “Le vaccinazioni secondo loro dovevano iniziare il 19 ottobre e invece non si possono ancora nemmeno prenotare! Che sarebbe finita così noi lo dicevamo già a fine luglio e venivamo tacciati da Gallera di allarmismo. Invece avevamo visto giusto. Questo è il fallimento della giunta regionale leghista, dovuto a improvvisazione e sottovalutazione. Mentre in Emilia Romagna stanno vaccinando già da dieci giorni, in Lombardia c’è un’emergenza nell’emergenza che va affrontata, prima di tutto, dicendo ai cittadini la verità”, denuncia Rozza.