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Lombardia, “I vaccini anti-influenzali promessi da Gallera non bastano: si rischia il caos nelle scuole”

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Nuova polemica sulla sanità lombarda, dopo la denuncia dell'infettivologo Galli: "La Regione è in ritardo sulla fondamentale campagna di vaccinazione". L'assessore smentisce, ma Rozza attacca: "Non dica che le dosi sono già state acquistate: le gare sono ancora in fase di valutazione"

Lombardia: è polemica anche sul vaccino per l’influenza stagionale

La sanità lombarda continua ad essere al centro delle polemiche, dopo le documentate difficoltà rispetto al rientro dei turisti dalle vacanze e in attesa del difficile test rappresentato dall’ormai prossima riapertura delle scuole. Il problema delle vaccinazioni per l’influenza stagionale è stato sollevato da Massimo Galli, ospite ieri sera del programma tv In Onda, su La7, condotto da Luca Telese e David Parenzo. L’infettivologo ha criticato i provvedimenti sanitari “a macchia di leopardo” assunti dalle diverse Regioni, dicendo: “Quando le malattie degenerative sono croniche, il loro nome finisce in ‘osi’. Quando sono acute, il loro nome finisce in ‘ite’. Questo paese soffre di ‘regionalosi’ per quanto riguarda la sanità, con picchi di ‘regionalite’ quando ci si trova a dover gestire una situazione come questa. Non si può andare avanti con chiunque che dice la qualunque e che applica la qualunque”.

Entrando nello specifico, il medico ha stigmatizzato gli ultimi episodi dei quali anche TPI ha dato conto: “Non si può neanche andare avanti con certi picchi di inefficienza: venerdì scorso alla Malpensa arriva un volo dalla Spagna previsto alle 19.00 e hanno chiuso i tamponi. Ma allora perché mettete le indicazioni? Non si può francamente andare avanti così”.

Galli ha poi rincarato la dose asserendo: “Vorrei essere smentito, ma si è scoperto che ci sono fior di Regioni che sono arrivate in ritardo sul procurarsi i quantitativi necessari di vaccino anti-influenzale. E c’è una Regione di primaria importanza che fino al 15/20 novembre non potrà cominciare la campagna per il vaccino. Ditemi se questa situazione si può accettare. Io dico di no”. Incalzato da Telese, l’infettivologo ha confermato di riferirsi alla Lombardia, che, se le sue tempistiche fossero corrette, inizierebbe a fare i vaccini anti-influenzali con circa un mese di ritardo rispetto al solito e quindi con evidenti problemi di diagnosi differenziali.

Su quali dati si appoggiano le affermazioni di Galli? Il problema era già stato sollevato alla fine di luglio da Carmela Rozza, consigliera regionale del PD, la quale aveva puntato il dito sulle procedure di approvvigionamento: “La Regione è partita in ritardo e ha agito con incapacità e approssimazione. Rischiamo di ritrovarci il prossimo autunno con gli ospedali sotto pressione come a febbraio scorso”, aveva detto l’esponente Dem, che è anche un’infermiera. L’assessore Giulio Gallera aveva però rassicurato i cittadini promettendo che, all’avvio della campagna contro l’influenza, Regione Lombardia avrebbe avuto a disposizione 2,4 milioni di vaccini, l’80% in più rispetto allo scorso anno. Un quadro decisamente roseo, almeno sulla carta.

Ma tali rassicurazioni non avevano affatto convinto Rozza, la quale spiega a TPI come mai ancora oggi sia convinta che il professor Galli abbia ragione nel paventare un forte ritardo nelle vaccinazioni: “L’ultima gara aperta il 29 giugno per 2,5 milioni di dosi per adulti e 70.000 per gli ospiti della RSA (i cui termini si sono chiusi il 3 luglio, e che è ancora in fase di valutazione) stabilisce che le dosi relative agli adulti saranno consegnate tra il 5 e il 31 ottobre, ma con possibilità di estendere il periodo fino al 15 novembre. Se anche riuscissimo a ottenere il minimo sindacale di dosi, dunque, è certo che la campagna vaccinale partirà tardi anziché in anticipo, a causa dei ritardi nel chiedere le forniture”. Il 15 novembre, non a caso, è la stessa data indicata da Galli come possibile inizio dell’effettiva somministrazione dei vaccini, ma appunto con un mese di ritardo rispetto alle abituali tabelle di marcia.

Sollecitato da TPI sul tema specifico, Gallera risponde con una nota nella quale sostanzialmente ripete in fotocopia quanto già affermato a luglio: “La campagna per le vaccinazioni antinfluenzali prenderà il via il prossimo mese di ottobre, come già comunicato in precedenza, in linea con le disposizioni del Ministero della Salute. Ad oggi abbiamo già acquistato 2,4 milioni di vaccini, l’80% in più dello scorso anno. Gli inutili e irresponsabili allarmismi generano solo confusione. Daremo la precedenza ai soggetti più fragili agli over 65, alle categorie più a rischio, ai medici, infermieri, operatori sanitari e socio sanitari, e ai bambini fino ai 6 anni offrendo loro gratuitamente i migliori prodotti acquisiti sul mercato mondiale e disponibili per l’avvio della campagna. In particolare per i bambini fino ai 6 anni avremo un nuovissimo vaccino spray che in altre parti del mondo viene utilizzato con ottimi risultati. Per gli over 65 sono stati acquistati, fra gli altri, 800.000 vaccini tetravalenti e per i cittadini over 65 più fragili oltre 150.000 dosi di una tipologia di vaccino ad alta protezione. La campagna vaccinale sarà condotta nei tempi stabiliti dal Ministero della Salute in modo da garantire una copertura adeguata alla popolazione fino al successivo mese di marzo, considerando che il picco influenzale è previsto dopo la metà di gennaio. La distribuzione ai medici e ai pediatri di famiglia avverrà anche quest’anno attraverso la rete delle farmacie lombarde”.

In risposta all’assessore di Regione Lombardia, la consigliera Carmela Rozza in un comunicato afferma: “I vaccini antifluenzali promessi da Gallera non bastano. Gallera continua a dichiarare che la Regione ha già acquistato dosi di vaccini, ma continua a non spiegare come possono esserlo visto che le gare indette dalla Regione per la fornitura dei vaccini il 7 agosto scorso, il 31 luglio scorso e il 3 luglio scorso sono ancora in fase di valutazione”.

“In realtà – conclude Rozza- come avevamo già denunciato lo scorso luglio- ai lombardi servono 5 milioni di vaccini e ad oggi è evidente che non ci saranno . Il risultato non può che essere il caos. Senza una tempestiva campagna di vaccinazioni a tappeto nelle scuole sarà difficilissimo distinguere fra influenza stagionale e Covid e la stessa possibilità di frequenza continuativa sarà a rischio”.

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