Livorno, striscioni contro Alessandro Borghese: “Non sei il benvenuto, il lavoro gratuito è sfruttamento”
Livorno, striscioni contro Alessandro Borghese: “Non sei il benvenuto, il lavoro gratuito è sfruttamento”
“Lavorare per imparare non significa essere per forza pagati”. Non accennano a placarsi le polemiche sulle dichiarazioni dello chef Alessandro Borghese, a due mesi dall’intervista in cui aveva lamentato la scarsa “devozione al lavoro” dei giovani. Lo dimostra l’accoglienza riservata allo chef romano nella città di Livorno, dove in questi giorni sta girando la nuova stagione di “Quattro ristoranti”.
“Cercasi schiavo. Mai più sfruttamento. Chef Borghese il lavoro si paga sempre!”, l’eloquente messaggio affisso dal sindacato di base Usb in una serie di striscioni nel quartiere Venezia della città toscana. “A Livorno non sei il benvenuto”.
“Vorremmo ricordare a Borghese che il lavoro gratuito (e nel nostro paese esiste in diversi settori) si chiama sfruttamento”, ha dichiarato il sindacato, il quale, in un messaggio sui social, ha ribadito che “il lavoro si paga, sempre”. “Lavorare gratis in un ristorante non è ‘gavetta’ ma sfruttamento”.
Il riferimento è all’intervista a Il Corriere della Sera dello scorso aprile, in cui lo chef aveva parlato dei problemi diffusi nel reperire personale all’interno del settore della ristorazione. Una difficoltà attribuita non a offerte poco competitive, ma all’assenza dello “spirito di sacrificio” nelle nuove generazioni.
“Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato. E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito”, aveva dichiarato Borghese, prima di sostenere che non è necessario ricevere uno stipendio se si lavora “per imparare”. “Manca la devozione al lavoro, manca l’attaccamento alla maglia”.