Insultano Luciana Littizzetto perché è donna e famosa. Ma ha fatto più lei per l’Italia di tutti i suoi haters
A un segnale della Bestia, gli haters hanno cominciato a ringhiare, a vomitare sulla vittima di turno, praticamente perfetta: donna, intelligente, colta, ironica, di successo, “di sinistra”, da quindici anni spalla comica di Fabio Fazio (onta!), ma, soprattutto, umana
Littizzetto ricoperta di insulti per la difesa di Open Arms: a chi fa paura?
Mettetevi comodi, voglio raccontarvi una storia. Lei di nome fa Luciana, di cognome Littizzetto.
Luciana non è solo un’artista di successo e di straordinario talento, ma prima di tutto una donna che da decenni ha sacrificato un pezzo della sua esistenza agli altri, ai deboli, a chi ha bisogno. Dal 2005 Luciana è madre affidataria di due fratelli, benefattrice di case famiglia e in prima linea in favore di donne in difficoltà con figli a carico. Luciana è una di quelle che la solidarietà la fa davvero, tutti i giorni, lontana dai riflettori. E la fa quasi esclusivamente per madri e figli italiani. Italianissimi.
Littizzetto riceve insulti, Michela Murgia la difende
Ma non è lei la protagonista di questa storia. Quella a destra si chiama Michela, e di cognome fa Murgia. È una delle scrittrici italiane più lette e tradotte in Italia e all’estero. Dal 7 agosto scorso, quando l’odissea della Open Arms è cominciata, Michela, nel silenzio, ha trasformato la propria pagina Facebook in un presidio fisico permanente di solidarietà, in quello che si può considerare il primo esperimento di umanità digitale collettivo e diffuso mai tentato prima sui social. Michela ha prestato un pezzo della sua fama e della sua autorevolezza per una battaglia di civiltà.
> Michela Murgia difende Luciana Littizzetto dagli insulti di Matteo Salvini
Ma non è neppure lei la protagonista di questa storia.
Dal 7 agosto scorso, Michela ha pubblicato sulla sua pagina una quarantina di video di solidarietà nei confronti di Open Arms firmati da scrittori, sceneggiatori, attori, artisti, intellettuali, gente comune, e nessuno – ripeto, nessuno – ha detto niente. Zero. Nulla di nulla.
Ma no, non sono neppure loro i protagonisti di questa storia.
Poi è stato il turno di Luciana e, all’improvviso, la macchina del fango si è messa in moto. Titoloni di “Libero”, “Il Giornale” e vari giornaloni di destra, l’immancabile post di Salvini immediatamente trasformato in gogna, ovunque bot e troll all’opera in batteria per aizzare la rabbia sul web.
E voi, senza fiatare e farvelo ripetere due volte, come al solito avete obbedito. A un segnale della Bestia, avete cominciato a ringhiare, a vomitare sulla vittima di turno, praticamente perfetta: donna, intelligente, colta, ironica, di successo, “di sinistra”, da quindici anni spalla comica di Fabio Fazio (onta!), ma, soprattutto, umana. Ovunque – a social unificati – moti di indignazione, insulti per la “ricca radical chic che difende i migranti”. “Perché non li ospita nel suo attico?” “Perché non si impietosisce per gli italiani?”.
Per un pomeriggio Luciana è diventata il vostro bersaglio preferito, e nessuno si è accorto che quelle stesse parole, quello stesso “Grazie” ad Open Arms, lo stesso “Benvenuto” urlato ai migranti, con quella stessa forma, la stessa forza contagiosa, continuano ad essere pronunciati da dieci giorni – al ritmo di quasi cinque al giorno – da decine e decine di colleghi di Luciana.
I protagonisti siete voi
Nessun giornale, nessun megafono sovranista gli ha dedicato un rigo. Nessun ministro li ha mai citati, nessun tweet, nessun corsivo, editoriale, e nessuno di voi ha creduto di doverli insultare. E sapete perché? Perché non sapete neanche chi siano. Non avete la più pallida di chi sono queste persone, ignorate in modo crasso che stiamo parlando di alcuni tra i più straordinari professionisti italiani e autentiche eccellenze nei rispettivi campi. Siete rozzi, ignoranti, non leggete un libro da quando la Lega è in Parlamento e ne fate un preciso motivo d’orgoglio.
Di fronte a voi uomini e donne dal coraggio infinito hanno messo a disposizione il proprio corpo e la propria voce per qualcosa in cui credono, mentre voi eravate troppo impegnati a odiare qualcuno per accorgervi che il messaggio di Luciana, di Michela e di questi meravigliosi ambasciatori di umanità era già arrivato, a una potenza dieci volte superiore a ogni vostro rutto sulla tastiera.
Non so se lo avete capito, ma i protagonisti di questa storia siete voi. Ed è dedicata a chi resiste nel bel mezzo della tempesta perfetta. Grazie, Michela. Grazie, Luciana. Grazie a ognuno di loro.