Liliana Segre: “Difficile cantare Bella ciao senza pensare all’Ucraina. L’equidistanza non è possibile”
Liliana Segre: “Difficile cantare Bella ciao senza pensare all’Ucraina. L’equidistanza non è possibile”
“Sarà un 25 aprile diverso quest’anno in cui la guerra è tornata nel cuore dell’Europa”. Lo ha ricordato la senatrice a vita Liliana Segre, che in un’intervista a Il Corriere della Sera è intervenuta nel dibattito sulla Festa della liberazione di quest’anno, che si celebrerà a due mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. “Mi auguro al più presto la pace. L’equidistanza non è possibile, il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta”, ha detto la senatrice 91enne, che ha ribadito come la storia mostri “che la pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto”.
Segre si è detta favorevole alla proposta di far parlare una donna ucraina alla manifestazione che si terrà a Milano. “Lo vedo anche come un segno di solidarietà verso i tantissimi anziani, donne, bambini, costretti a lasciare il loro Paese. Del resto sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno ‘trovato l’invasor’. Ciò non vuol dire ovviamente essere contro il popolo russo, vittima delle decisioni disumane del suo leader”, ha detto la senatrice sopravvissuta all’Olocausto.
Nell’intervista, Segre ha raccontato il suo 25 aprile del 1945, trascorso nel lager di Malchow in Germania settentrionale, “dove ero stata trasferita dai nazisti come ultima tappa della “marcia della morte” iniziata da Auschwitz”. “Ricordo grande nervosismo tra i nostri aguzzini, mentre noi non capivamo cosa stesse accadendo. Furono alcuni francesi prigionieri dei tedeschi, passando vicino al filo spinato in quei giorni di aprile, a dirci: ‘Non morite, tenete duro, la guerra sta per finire’”, ha detto.