Liliana Segre: “Chiara Ferragni coraggiosa. Ma dovevamo aspettare lei per dire la verità su Willy?”
Liliana Segre: “Su Willy Chiara Ferragni ha ragione”
“Dovevamo aspettare la Ferragni per dirlo? È’ stata davvero molto brava e coraggiosa. E ha ragione: siamo alle prese con un problema di mentalità fascista che ancora ci pervade e da cui non facciamo mai abbastanza per liberarci”, così la senatrice a vita Liliana Segre in un’intervista a La Stampa sul post che Chiara Ferragni ha condiviso per descrivere l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne italocapoverdiano ucciso nel corso di un pestaggio a Colleferro la notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre. Anche Segre, come tanti altri personaggi pubblici e esponenti di centrosinistra, compreso il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha apprezzato la riflessione dell’influencer da 18 milioni di follower, che ha detto in modo chiaro quello su cui molti hanno girato intorno.
“Due giorni fa è stato ucciso Willy Monteiro, italiano 21enne dalla pelle nera da un gruppo di quattro fasci che l’hanno ammazzato a calci. Il problema lo risolvi cambiando e cancellando la cultura fascista e sempre resistente in questo paese, non cancellando il mezzo tramite il cui i fasci hanno fatto violenza. Il problema non lo risolve nascondendolo sotto al tappeto, lo si risolve con la cultura e l’istruzione”, recita il messaggio diffuso dall’influencer, apparso su una pagina social di politica e condiviso su Instagram anche da Ferragni, la quale ha affermato di “condividerla a pieno”.
“Questa storia è un naufragio della civiltà su cui dovremmo riflettere seriamente“, ha affermato invece la senatrice la vita, che giovedì 10 settembre ha compiuto 90 anni, sull’omicidio di Colleferro. E per quanto riguarda le azioni da intraprendere per nel futuro per evitare che un episodio simile si ripeta, Segre ha affermato: “Non ho ricette e voglio essere umile. Semplicemente ognuno deve prendersi le sue responsabilità senza delegare ad altri. È facile dare la colpa di ciò che ci succede sempre al prossimo. Ma forse dobbiamo imparare a crescere e a rispondere ciascuno delle proprie azioni”.
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