In Liguria la protezione civile riempie le spiagge di sacchetti di plastica per “favorire il distanziamento sociale”
Una distesa di sacchetti di plastica con logo e timbro della Protezione Civile della Regione Liguria. Centinaia di sacchetti riempiti di sabbia e no, non si tratta di uno scenario da discarica, ma delle spiagge libere del Comune di Genova, riempite in questi giorni da migliaia di sacchetti di plastica utilizzati dalla protezione civile locale per creare zone di distanziamento sociale tra i bagnanti. Mentre in tutto il mondo si cerca di ridurre al minimo l’utilizzo della plastica, la Protezione Civile della Regione Liguria fa esattamente il contrario, muovendo un’azione che va contro il buon senso e contro molte normative locali, come quella varata dal Municipio Levante (che comprende alcune delle zone più ricche di spiagge della città) che solo poco tempo fa aveva varato la prima ordinanza a favore di spiagge “plastic-free”, in collaborazione con il Comune.
La presenza di questi sacchetti rischia di creare enormi danni ambientali: è sufficiente una lieve mareggiata per spostare in mare tutti questi sacchetti, con l’ulteriore difficoltà di non poterli nemmeno recuperare in mare aperto, essendo ancorati al peso della sabbia. Il caso sta scatenando l’indignazione della popolazione locale, tra chi propone di rimuovere i sacchetti, e chi di denunciare l’episodio all’autorità competente. Un’ulteriore problematica viene segnalata dal capogruppo del PD al Comune di Genova Alessandro Terrile: “Il Sindaco e il consigliere alla Protezione Civile sostengono che a sorvegliare le spiagge e il rispetto del distanziamento da sacchetti, ci saranno i volontari della protezione civile. Ma proprio oggi il dirigente regionale della protezione civile ha firmato una circolare che afferma che non si possono utilizzare i volontari di protezione civile per questo obiettivo. Chi dovrebbe garantire la sicurezza brancola nel buio”.
Di sacchi utilizzati per garantire il distanziamento aveva parlato anche ANCI Liguria, l’associazione dei Comuni della regione, in un documento di proposte ai comuni, senza però specificare se dovessero essere realizzati in plastica o in altri materiali. Intanto si aspettano vento e mareggiate, assai frequenti in queste zone, per calcolare i primi danni.