“Senza scuola non c’è futuro”: la protesta degli studenti del liceo Volta a Milano
L'iniziativa dei collettivi è supportata anche da molti genitori: "Dopo un anno, non è accettabile essere ancora in fase di emergenza: vogliamo tornare a fare lezione in presenza e in sicurezza. La scuola e la cultura devono essere priorità"
Non è stata un’occupazione, contrariamente a quanto riportato da più parti, ma gli studenti del liceo Volta di Milano hanno dato un segnale decisamente forte: “Senza la scuola non c’è futuro”, come intonato nei loro slogan.
Ma la scuola deve essere in presenza e sicura. “Dopo un anno non è accettabile essere ancora in fase di emergenza. Invece che dare priorità al tema, c’è un evidente disinteresse, sia per la scuola che per la cultura in generale”, hanno detto gli studenti, spiegando le ragioni della loro protesta. Ragioni ampiamente condivise non solo all’interno del Volta, ma anche in numerosi altre scuole cittadine: oltre alle occupazioni dei giorni scorsi, diversi rappresentanti dei vari istituti sono venuti a sostenere l’iniziativa organizzata dal collettivo del Volta, coordinato dalla rappresentante Flavia Savioli.
Sul fronte dei comitati studenteschi, è stata inoltre annunciata l’intenzione di dare vita ad un unico coordinamento cittadino, che fortifichi la rappresentanza.
Il preside Domenico Squillace, del quale si è molto parlato per una toccante lettera scritta agli studenti all’inizio dell’emergenza sanitaria, ha ribadito che la scuola era pronta per gestire le lezioni in presenza in condizioni di sicurezza, ma ha anche aggiunto che il ritorno in zona rossa chiude ogni discussione: “Non è nemmeno una decisione politica, ma tecnica: al raggiungimento di certi parametri, scattano le limitazioni”.
Tuttavia gli studenti non paiono affatto rassegnati all’idea di tornare passivamente alla didattica a distanza e a supportarli ci sono anche molti genitori, dei quali una nutrita rappresentanza si è radunata di fronte al Volta, per poi accogliere con un caloroso applauso gli studenti al termine dell’assemblea svoltasi in cortile.
Tra di loro anche l’autrice del blog safeourschool, la quale ha impietosamente evidenziato la scarsa attenzione che in Italia c’è nei confronti della scuola: “Dalle ricerche che abbiamo svolto sugli altri Paesi europei, è emerso come solo qui ci sia così poca considerazione per l’esperienza scolastica. All’estero si è fatto di tutto il possibile per mantenere la didattica in presenza, mentre qui sembra davvero che il tema sia scivolato in fondo alla lista delle priorità”.