Libia, spari contro pescherecci italiani: un ferito. Il sindaco di Mazara del Vallo: “Colpi ad altezza d’uomo”
Il comandante di un peschereccio di Mazara del Vallo è stato ferito al largo di Misurata, a circa 30 miglia dalla costa della Libia. I colpi sono stati sparati da una motovedetta della Guardia costiera libica verso il motopesca italiano “Aliseo”, che si trovava al largo insieme ai pescherecci “Artemide” e “Nuovo Cosimo”.
Il ferito è Giuseppe Giacalone, come ha confermato a Repubblica il figlio Alessandro che ora attende notizie sulla salute del padre. L’uomo è stato ferito a un braccio. In seguito, la Marina militare italiana ha fatto sapere che l’Aliseo è libero e Giacalone sarà sottoposto a cure mediche da parte del personale medico a bordo della fregata Libeccio della Marina militare italiana, intervenuta sul posto. In precedenza il comandante del peschereccio era stato trasbordato dal personale libico a bordo della motovedetta per presunti accertamenti medici ed in seguito rilasciato.
L’intervento di oggi avviene a pochi giorni di distanza dell’intervento di nave Alpino in Cirenaica. Gli altri due motopesca intercettati dai libici, l’Artemide e il Nuovo Cosimo, si trovano in navigazione verso nord ed in sicurezza. Lo stesso Aliseo, insieme agli altri due motopesca, e facenti parte di un gruppo di sette pescherecci, tre giorni fa era stato oggetto di tentativo di sequestro nella ZPP libica in area Cirenaica, sequestro scongiurato appunto dal tempestivo intervento di nave Alpino.
Spari a un peschereccio italiano in Libia: cosa sappiamo finora
“La fregata Libeccio della Marina militare italiana, impegnata nell’operazione Mare Sicuro, è intervenuta nelle prime ore di oggi pomeriggio in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) intenti in attività di pesca nelle acque della Tripolitania”, si legge in una nota del ministero della Difesa.
“L’intervento si è reso necessario per la presenza di una motovedetta della Guardia Costiera libica in rapido avvicinamento ai motopesca italiani”, prosegue la nota. “Nave Libeccio, che al momento della segnalazione si trovava a circa 60 miglia dalla scena d’azione, si è diretta alla massima velocità verso i motopesca e ha fatto levare in volo l’elicottero di bordo, che giunto in area ha preso contatto radio con il personale della motovedetta. Per verificare la situazione, è stato inoltre immediatamente dirottato in zona un velivolo da ricognizione P-72 della Marina militare italiana, il cui equipaggio ha riferito d’aver assistito ad alcuni colpi d’arma da fuoco di avvertimento da parte della motovedetta libica. La fregata Libeccio, giunta in prossimità dei motopesca, ha ricevuto notizia della presenza di un marittimo del motopesca Aliseo ferito ad un braccio”.
Il sindaco di Mazara: “Hanno sparato ad altezza d’uomo”. Ma i libici: “Solo colpi d’avvertimento”
Il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, ha detto che i libici “hanno sparato ad altezza d’uomo“. “È una novità che episodi del genere accadano al largo di Misurata”, ha aggiunto. Il riferimento è anche alle minacce arrivate negli scorsi mesi e pochi giorni fa da libici di Bengasi. Quinci ha detto di essere in contatto con la Farnesina e che attende aggiornamenti. Il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad della Marina libica, che controlla la Guardia costiera, smentisce di aver sparato “contro” i pescherecci ma ammette che sono stati esplosi “colpi di avvertimento in aria” per fermare le imbarcazioni da pesca.
Le reazioni
Il ferimento del comandante del peschereccio di Mazara ha provocato una serie di reazioni politiche. Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha scritto su Twitter che reputa “inconcepibile quel che è accaduto oggi”. Letta ha espresso “solidarietà al comandante del peschereccio italiano e non ci si potrà accontentare di scuse o vaghe spiegazioni”.
“È gravissimo quanto successo al peschereccio italiano al largo della Libia. Grazie alla Marina che è intervenuta evitando il peggio”, ha commentato Lia Quartapelle, responsabile Europa, Affari internazionali e Cooperazione allo sviluppo nella segretaria dem. “Le autorità di Misurata forniscano immediatamente al governo italiano una ricostruzione dell’accaduto e si impegnino a evitare ogni atto ostile”.
“Noi incontreremo il sindaco di Mazara del Vallo martedì. Io e Lia Quartapelle lo vedremo come segno di attenzione del Pd nei confronti del comparto e del territorio”, ha detto all’Agi il responsabile Sicurezza del Pd, Enrico Borghi, a proposito degli spari della guardia costiera libica contro due pescherecci italiani.
“Premesso che c’è un quadro di responsabilità, è necessario che il governo verifichi fino in fondo la dinamica. Senza sconti, nel caso ci siano violazioni della legalità internazionale”, aggiunge Borghi che ringrazia “la Marina militare italiana che ha circoscritto la vicenda. La nave Libeccio della Marina Militare, che si trovava a poche miglia dalle due imbarcazioni italiane, è stata infatti autorizzata dai libici ad avvicinarsi ulteriormente per prestare soccorso. “Vogliamo ascoltare il sindaco e i pescatori per evitare il riproporsi di vicende di questa natura”, conclude l’esponente dem.
“L’Italia non deve piegare la testa”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Fratelli d’Italia chiede al Governo di riferire immediatamente in Parlamento su quanto accaduto ai danni di tre pescherecci italiani. Seguiamo con apprensione l’evolversi della situazione e siamo vicini al comandante dell’Aliseo Giuseppe Giacalone, rimasto ferito ad un braccio per i colpi d’arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia costiera libica. Chiediamo che si faccia sentire forte e autorevole la voce del Governo Draghi e del Ministro degli Esteri”.
Il contesto
I pescherecci siciliani rischiano spesso il sequestro nelle acque antistanti le coste libiche e incluse nella Zee (Zona Economica Esclusiva), tutelata dalla comunità internazionale entro le 12 miglia, ma rivendicata dalla Libia fino a 62 miglia. Lo scorso anno 18 pescatori di Mazara del Vallo sono stati sequestrati a settembre, tenuti prigionieri per 108 giorni in Libia e sono rientrati in Italia solo a dicembre. Ieri la Marina militare ha respinto un nuovo tentativo di abbordaggio da parte di un’unità delle forze militari del generale Khalifa Haftar, al largo di Bengasi.
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