“Era drogato, andava detto”: Libero difende Repubblica per il titolo sulla morte di Gaia e Camilla
Gaia e Camilla, Libero difende Repubblica per il titolo “Autista drogato”
Ha scatenato reazioni in Rete un titolo di Repubblica sulla tragedia di Gaia e Camilla, le due ragazze che la notte tra sabato 21 e domenica 22 dicembre sono morte sul colpo a Roma dopo essere state travolte da un’auto (qui la ricostruzione). “Travolte a 16 anni ‘Autista drogato'” si leggeva ieri, lunedì 23 dicembre, in prima pagina sul quotidiano diretto da Carlo Verdelli evidenziando la positività dell’investitore delle giovani, Pietro Genovese, ai test su assunzione di alcol e droghe.
Sui social network molto utenti hanno prontamente espresso il loro disappunto per un titolo considerato una “caduta di stile”. I critici hanno sottolineato che “non negativo alle droghe non significa drogato” e che in luogo della parola “drogato” sarebbe stato forse opportuno utilizzare la locuzione “positivo ai test per rilevare droghe”. “Un titolo così spietato ammazza anche chi è sopravvissuto”, ha commentato su Twitter Selvaggia Lucarelli. Non tutti però hanno condannato Repubblica.
A difendere il giornale di Verdelli è oggi il quotidiano Libero, che in un articolo a firma Gianluca Veneziani condanna l'”indignazione pubblica”, la “scure del politicamente corretto che si abbatte su chi di solito ne è il paladino”.
“L’ impressione – si legge sul giornale diretto da Pietro Senaldi (con Vittorio Feltri direttore editoriale) – è che chi condanna Repubblica per quel titolo non abbia gli strumenti per capire la differenza tra uso di una parola come sostantivo e uso come aggettivo”.
“Un conto – si spiega – è dire che ‘quell’autista è un drogato’, il che vuol dire che l’ essere drogato è una condizione per lui duratura, divenuta permanente, quasi ontologica, o comunque identificativa della sua persona. Altra cosa è dire che ‘quell’autista è drogato’, il che significa che il guidatore in quello specifico momento è sotto l’ effetto di sostanze stupefacenti”.
La positività ai test di Genovese “è un fatto indubitabile”, sottolinea Veneziani su Libero. Che poi aggiunge: “Beninteso: la condizione puntuale non rende quella persona un drogato in senso assoluto. Né Genovese diventa tale, in quanto già in passato era stato trovato due volte in possesso di droga”.
Infine, le difficoltà dei titolisti. Libero ricorda che i titoli dei giornali per ragioni di spazio e di efficacia sono obbligati alla brevità: “Non è concepibile scrivere qualcosa tipo ‘non negativo al test sulle sostanze stupefacenti'”. Si preferisce sempre l’espressione più breve.