L’ex giudice Carnevale: “Falcone non era il più importante pm antimafia, esaltato oltre i suoi meriti”
L’ex giudice Carnevale: “Falcone non era il più importante pm antimafia, esaltato oltre i suoi meriti”
Nel trentennale della morte di Giovanni Falcone, l’ex giudice Corrado Carnevale torna ad attaccare il magistrato ucciso dalla mafia nella strage di Capaci. “Era considerato il magistrato antimafia per eccellenza. Non credo che fosse l’unico. Né l’unico né il più importante”, ha detto in un’intervista ad AdnKronos l’ex presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione, soprannominato dai giornali “l’ammazzasentenze”.
Processato e poi assolto per concorso esterno in associazione mafiosa, Carnevale è stato al centro di forti polemiche a inizio anni ’90, quando fu accusato di aver ostacolato numerosi processi, in particolare per mafia, annullando condanne per vizi di forma.
“Io ho sempre cercato di avere una stella polare quella di applicare la legge, che non può non essere applicata a tutti i cittadini, quindi anche Falcone aveva gli stessi diritti che avevano gli altri cittadini”, ha detto all’AdnKronos Carnevale, in pensione dal 2013. “E io ho sempre sostenuto questo, che ogni cittadino, anche il peggiore dei mafiosi, davanti al giudice ha gli stessi diritti e gli stessi doveri di ogni altro”, ha aggiunto l’ex giudice, che già in passato era stato intercettato mentre rivolgeva pesanti insulti nei confronti di Falcone e Borsellino (“Non me ne sono andato per la pressione di quel cretino di Falcone, perché io i morti li rispetto… ma certi morti no…”, la frase riportata da La Repubblica).
“Falcone inizialmente è stato amato, poi quando si accorsero che forse il suo entusiasmo, la sua campagna ideologica non erano tutte disinteressate ma ispirate dal desiderio di fare carriera, allora nell’ambiente cominciò a decadere nella considerazione almeno di una parte dell’opinione pubblica”, ha affermato Carnevale nell’intervista pubblicata a 30 anni esatti dalla strage di Capaci, in cui Giovanni Falcone perse la vita insieme alla moglie Francesca Morvillo e alla scorta. “Era inevitabile che questa sua campagna ideologica gli portasse dei nemici, anche se non credo che Falcone avesse tutti questi nemici di cui si parla. Aveva i suoi esaltatori e i suoi critici, come accade per qualunque persona. Ma quello che vorrei dire è che Falcone è stato esaltato al di là dei suoi meriti effettivi”.
“Parole simili pronunciate da una persona del genere per noi equivalgono a una medaglia”, ha replicato la sorella di Falcone, Maria. “L’ex giudice Carnevale non ha ancora imparato a tacere”, ha continuato. “Ricordiamo tutti le sue sgradevoli e ingiuriose parole nei confronti di Giovanni intercettate dagli inquirenti. Ricordiamo quando lo definiva ‘un cretino’. Ma al di là degli insulti di un uomo che passerà alla storia solo come ‘ammazzasentenze’, resta il fatto che grazie al lavoro di mio fratello sono finiti in carcere con condanne definitive centinaia di mafiosi come mai prima. Lui può vantare solo assoluzioni e scarcerazioni”.