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La lettera di Rete Milano all’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano sull’emergenza profughi

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Rete Milano inviata il 15 ottobre scorso a Lamberto Bertolè, Assessore alle Politiche Sociali di Milano, che non ha avuto ancora una risposta. A Milano, fanno sapere i firmatari, c’è una situazione di grave emergenza riguardante i profughi in arrivo dalla rotta balcanica che le nostre Istituzioni fanno finta di non vedere o addirittura negano.

Gentile Assessore Bertolè,

sono Fausta Omodeo di Rete Milano. Ci siamo incontrati e confrontati più di una volta sul tema dei profughi in transito, sia on line, sia in presenza con gli amici Alessandro Giungi e Giovanni Salatino che leggono in copia. Prima di tutto vorrei ringraziarLa per la possibilità data a Rete Milano di interfacciarsi ufficialmente con Progetto Arca (dormitorio di via Aldini) e Senza Margini (dormitorio di corso di Porta Vigentina). Questo ha permesso in questi mesi a Rete Milano di dare accoglienza notturna a tantissime persone, tra le quali famiglie con bambini piccoli, che altrimenti sarebbero rimaste per strada senza assistenza. Per la precisione negli ultimi 5 mesi (da maggio a settembre) sono stati accolti  388 profughi (314 in Porta Vigentina e 74 in Aldini), rappresentati per il 75% per cento  da afgani e per il 15% da iraniani.

Altre 148 persone (tra le quali 54 minori soli, il 10% del totale dei profughi di passaggio) hanno trovato accoglienza solo grazie alla nostra rete di volontari e di privati solidali. Le persone aiutate sono state quindi tantissime. Accanto a queste però ci sono stati tantissimi profughi per i quali non abbiamo trovato soluzioni e tanti che non sospettando della nostra esistenza sono rimasti abbandonati a se stessi. Il problema delle persone senza assistenza già grave, a breve diventerà drammatico.

Ho saputo infatti da Federico Gallo, responsabile di Senza Margini, che dal 30 ottobre il dormitorio di Porta Vigentina chiuderà i battenti per alcuni interventi di ristrutturazione e quando le sue porte riapriranno il 15 dicembre per il piano freddo non sarà per i transitanti. Non poter più contare su Porta Vigentina è per noi pesantissimo.  Quasi il 60% dei profughi è stato aiutato grazie a questo dormitorio, facilmente raggiungibile dalla Centrale e gestito da una rete di volontari ormai amici con i quali siamo entrati subito in sintonia.

Alla perdita di Porta Vigentina si aggiunge il fatto che da settembre non c’è praticamente più possibilità di accoglienza in via Aldini. Dopo lo sgombero dei giardini in zona Sammartini non ci sono quasi mai posti letto liberi. In settembre infatti abbiamo potuto fare accogliere solo 5 ragazzi. Non sono state mai accolte famiglie. A questo punto per il soccorso dei migranti in transito rimarranno solo privati cittadini, volontari che non possono farsi carico di questa emergenza. E non è giusto che lo facciano.

A nome della mia associazione, di altre che mi stanno scrivendo in questi giorni denunciando a vari livelli questo problema e dei tanti amici che ci sostengono Le chiedo di intervenire urgentemente  per trovare altri spazi di accoglienza. In questi nuovi spazi i volontari di Rete Milano continuerebbero a mettersi in gioco con le proprie energie, il proprio tempo, i propri fondi per spese alimentari,  kit igienici e prodotti di prima necessità per accogliere per una sola notte anche questa tipologia di senza tetto.

Rimane poi il “nodo” dei minori soli che come ho già detto rappresentano il 10 % dei profughi in transito. Negli ultimi tre giorni noi di Rete Milano ne abbiamo soccorsi 16. Sappiamo che dovremmo affidarli alle forze dell’ordine ma sappiamo anche che le forze dell’ordine si trovano in difficoltà quanto noi perché nelle strutture dedicate ai minori (centro di via Zendrini) non ci sono posti in accoglienza nemmeno per una notte. Si arriva quindi all’assurdo: circa quindici giorni fa sono stata contattata da volontarie del Naga dove era stato accompagnato dalla polizia e lì lasciato un ragazzino solo di 15 anni.

So che a Roma, Ventimiglia, Ancona, Oulx-Claviere e sicuramente in altre città grandi e piccole ci sono associazioni laiche o religiose del terzo settore che sostenute dal  Comune danno accoglienza anche ai minori soli. Con Rete Milano mi chiedo perché questo non sia possibile nella nostra città. I transitanti, in particolare se minori, sono esposti  ai pericoli di una città sconosciuta dove può capitare a chi dorme fuori di essere se non aggredito, derubato dei pochi averi necessari per continuare il viaggio. Per la sicurezza di queste persone non possono essere una soluzione solo le telecamere e l’assunzione di altri vigili.  A questo si aggiunge il freddo. Già ora il clima è cambiato.

Nel ringraziarla per l’attenzione resto in attesa di un Suo gentile riscontro.

Un cordiale saluto

Fausta Omodeo

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