Caso figlio La Russa, procura valuta richiesta a Senato per acquisire telefono. L’ira dello staff del presidente: “Passato il segno”
La procura di Milano valuta una richiesta alla Giunta per l’autorizzazione a procedere del Senato per poter sequestrare il cellulare di Leonardo Apache La Russa, la cui sim telefonica è intestata al padre Ignazio, presidente del Senato. La possibile richiesta è motivata dalla necessità di effettuare accertamenti sul telefono del 21enne indagato per violenza sessuale. Prima di questo passo c’è la possibilità che il giovane possa consegnare autonomamente il suo cellulare agli investigatori.
Una mossa che potrebbe avvenire solo se il presidente del Senato rinunciasse implicitamente alle proprie prerogative. Il cellulare è infatti intestato a lui personalmente non alla presidenza.
Il che, come ovvio, pone un problema giuridico importante di possibile autorizzazione al Parlamento, ancora prima di procedere al sequestro che potrebbe implicare una perquisizione nella casa milanese della seconda carica dello Stato dove vive anche Leo Apache e dove, secondo la denuncia, si sarebbe consumata la violenza.
In una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, si è rivolto “direttamente al presidente del Senato, Ignazio La Russa, affinché si apra alla collaborazione con gli inquirenti e provveda a consegnare nelle prossime ore il telefono del figlio, la cui sim non può essere sequestrata dai magistrati perché a suo nome. È di fondamentale importanza che vengano raccolti ulteriori elementi per accertare la verità e stabilire responsabilità riguardo alla grave accusa di stupro”.
“Sono sereno. Della vicenda del telefono se ne occupa l’avvocato Bazzoni. Chiedete a lui”, ha risposto Ignazio La Russa, interpellato dall’Agi. “Mi va dato atto – aggiunge il presidente del Senato – che su questa cosa non ho più detto una parola”. Da quanto si è appreso, la necessità di effettuare accertamenti sul telefono del 21enne, indagato per violenza sessuale in seguito alla denuncia di una sua ex compagna di scuola, non è immediata. Inoltre, prima di rivolgersi al Parlamento, inquirenti e investigatori intendono lasciare la possibilità al giovane di consegnare autonomamente il suo smartphone.
“È un tema che non abbiamo affrontato assieme, anche perché stiamo aspettando rispettosamente l’esito delle indagini. Sinceramente non so se la scheda sim sia intestata al presidente del Senato”. Risponde così a LaPresse l’avvocato Adriano Bazzoni, legale di Leonardo Apache La Russa rispetto alla possibilità di consegnare spontaneamente il telefono del giovane agli inquirenti di Milano che indagano sui fatti avvenuti dopo la serata all’Apophis Club di via Merlo 3 a Milano.
L’ira dello staff
“Il Presidente La Russa, dopo la nomina dell’avv. Vinicio Nardo da parte del figlio Leonardo, si è astenuto e si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell’operato dei Magistrati della Procura di Milano. Da un punto di vista mediatico, risulta, però, ormai passato il segno”. Lo sottolinea lo staff del senatore Ignazio La Russa stigmatizzando come “più volte sono state pubblicate su quotidiani, giornali on line e sui social, le foto di un altro figlio del Presidente, col nome del fratello, nonché ricostruzioni artefatte a fini suggestivi della vita giovanile dei fratelli La Russa”.
E continua la nota: “Non risulta più tollerabile la condotta di chi si sostituisce ai pm con pretese di indagine e richieste istruttorie. Travalica ogni rispetto l’operato di associazioni di sinistra che affiggono manifesti e preannunciano flash-mob politici e diffamatori. Per tacere dei social. Per queste ragioni, si rinnova l’invito ad affidarsi unicamente al lavoro degli inquirenti e ci si augura che termini ogni speculazione politica della vicenda”. E’ quanto si afferma dallo staff del senatore Ignazio La Russa in merito alla vicenda che vede coinvolto suo figlio aggiungendo che per tutelare la propria onorabilità La Russa ha nominato un avvocato.
Ricostruzioni che riguardano – viene sottolineato – “la vita giovanile dei fratelli La Russa e dello stesso Leonardo (definito “trapper” per avere messo in rete solo nell’anno 2019, due canzoni col testo non suo, mentre è ormai al terzo anno di università). Non sono financo mancati talk-show televisivi con esponenti privi di ogni conoscenza dei fatti ma forti delle loro convinzioni ideologiche, nonché offese ai “La Russa” che, di converso, si sono da sempre distinti per riconosciuta onorabilità, onestà e dirittura morale non solo con Ignazio, ma nei 50 anni continuativi di presenza dei La Russa in Parlamento”.